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Nel 1903 l'ultimo agostiniano in conclave, ora è un Papa

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Nel 1903 l'ultimo agostiniano in conclave, ora è un Papa

Il priore amico di Prevost: 'Con lui abbiamo fatto il botto'

FIRENZE, 11 maggio 2025, 20:08

Redazione ANSA

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Primo Regina Coeli di Papa Leone XIV - RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo Regina Coeli di Papa Leone XIV - RIPRODUZIONE RISERVATA

Era dal cardinale Sebastiano Martinelli, elettore di Papa Pio X nel 1903, che gli agostiniani non avevano più avuto elettori in conclave. Dopo tanto tempo "abbiamo di nuovo un cardinale", Robert Francis Prevost e con lui "abbiamo fatto il botto subito". Le parole del padre agostiniano Giuseppe Pagano - amico di 'Bob' come lui chiama o almeno ha chiamato fino alla sua elezione il nuovo Pontefice che conosce da quando studiavano insieme a Roma - suscitano un mormorio divertito nella basilica di Santo Spirito a Firenze dove stamani ha celebrato la messa di ringraziamento per l'elezione di Papa Leone XIV.

 

Padre Pagano, priore di Santo Spirito, apre la messa introducendo la figura di Martinelli per la pianeta che indossa oggi: è stato un dono alla comunità del cardinale vissuto tra il 1848 e il 1918. Poi la battuta sul "botto" per l'elezione di Prevost, "un grande dono dello Spirito": "Ringraziamo il Signore che ce lo ha donato": "sarà una guida della Chiesa", ci sarà anche "quasi un po' di invidia, un po' viene tolto a noi famiglia agostiniana ma in maniera forte come avete visto dal balcone, ha detto: 'Io sono agostiniano'". Nell'omelia il priore di Santo Spirito descrive per prima cosa la "personalità semplice, accogliente, vicina al popolo" del nuovo Pontefice, con ricordi dell'estate 2011, quando il Papa venne in visita a Firenze come padre superiore degli agostiniani. Accettò subito, quando padre Pagano glielo propose, di andare a dare l'estrema unzione al padre del custode della basilica che stava morendo e poi a trovare un altro religioso in vacanza in un paesino nel Fiorentino. "Ora padre Robert Francis Prevost, Bob - prosegue - è diventato papa Leone XIV, gli è stata data una grande responsabilità in un momento in cui la Chiesa da una parte, in questi ultimi anni con Papa Francesco, ha vissuto davvero un bel cambiamento, un bel percorso di attenzione, di apertura", ma dall'altra però "si notano anche alcune diciamo divisioni, che nascono quando c'è l'intransigenza: il compito di Leone XIV è di essere il pastore della nostra Chiesa, il pastore di tutti", anche "di coloro che in questi anni hanno voluto creare un po' di divisioni".

 

Una dimensione di unità, aggiunge dopo aver richiamato il motto agostiniano del Papa, 'In Illo uno unum' che diventa "proprio un grande augurio per tutta la Chiesa". Non senza responsabilità: "Se ognuno di noi vuole aiutare il Papa" deve diventare "costruttore di unità e pace". Ai fedeli racconta anche di una telefonata avuta ieri con l'arcivescovo emerito di Firenze Giuseppe Betori, tra i cardinali del conclave, che gli ha detto come in Prevost è stata trovata una persona "che può aiutare a costruire unità all'interno della Chiesa". "Nel mio piccolo - ha aggiunto padre Pagano - lo posso testimoniare anche io": il Pontefice "in ogni situazione si muoveva con l'obiettivo preciso di costruire unità" che "si conquista rispettando la diversità di tutti. Mai ha puntato il dito contro nessuno, se sapeva di un confratello in difficoltà chiedeva di" poterci parlare, in lui c'è il desiderio "di recuperare ogni persona", "di essere un buon pastore".

 

A messa finita, ai giornalisti, padre Pagano parla poi della telefonata che si è scambiato con il suo amico Bob prima che entrasse in conclave: 'Mi ha chiesto di pregare". Da allora non l'ha ancora sentito: "Immagino avrà da fare parecchie cose". Gli ha mandato un messaggino di auguri al quale "risponderà quando sarà più tranquillo, non so nemmeno se userà lo stesso cellulare". Lo inviterà a Firenze: "Beh quello piano, piano...  lo facciamo assestare". 
   

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