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Sinner: le tappe della vicenda Clostebol

Sinner: le tappe della vicenda Clostebol

Positivo a marzo 2024 e assolto da Itia, poi il ricorso Wada

ROMA, 15 febbraio 2025, 13:03

Redazione ANSA

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Jannik Sinner © ANSA/EPA

Jannik Sinner © ANSA/EPA

Con l'accordo tra la Wada e Jannik Sinner e i tre mesi di squalifica comminati al tennista altoatesino si conclude oggi la vicenda Clostebol.

Il caso di doping che ha coinvolto il tennista altoatesino, è cominciato quando si è saputo, dopo i Giochi di Parigi a cui Sinner non aveva preso parte per una tonsillite, che lo stesso Sinner era risultato positivo il 10 marzo 2024, durante il torneo di Indian Wells. Tracce del metabolita del clostebol, ovvero quello che rimane dopo che la sostanza proibita è stata metabolizzata nell'organismo ma non ancora completamente espulsa, erano emerse anche in un secondo controllo effettuato fuori dal torneo otto giorni dopo.

In entrambi i casi Sinner si era appellato con successo contro la sospensione provvisoria che scatta in queste situazioni e aveva potuto così continuare a giocare.

Il numero 1 del mondo aveva spiegato di essere venuto a contatto con il clostebol per contaminazione. La sostanza è infatti contenuta nel Trofodermin, farmaco da banco in Italia, utilizzato per trattare una piccola ferita del suo allora fisioterapista, Giacomo Naldi, che aveva effettuato in quei giorni massaggi e altri trattamenti a Sinner, il quale poi lo ha licenziato dopo che il caso è venuto alla luce.

L'ITIA (International Tennis Integrity Agency) aveva accolto la tesi della contaminazione involontaria (anche alla luce della quantità infinitesimale dei metaboliti della sostanza proibita rinvenuta nelle analisi dell'altoatesino) e assolto il giocatore.

Dopo l'archiviazione dell'antidoping del tennis è arrivato il ricorso della Wada al Tas, con una pesante richiesta di una squalifica tra uno e due anni. L'udienza di arbitrato era stata fissata per il 16 e 17 aprile, a porte chiuse, ma con l'accordo di oggi la vicenda si chiude qui. 
   

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