L'isola del tesoro per il Chievo è a un'ora di volo dal Catullo. In Sardegna, che già ieri ha accolto i gialloblù, alla squadra di Corini serve un'impresa pirata per portarsi di ritorno da Cagliari tre punti d'oro e diamanti. Jim Hawkins, voce narrante del romanzo di Stevenson, assume i connotati, corrugati, del 'Genio' della Diga, quel Corini al quale, se riuscisse l'ennesimo miracolo salvezza, questa volta nessuno negherebbe un monumento davanti al bar Pantalona, il più grande club del tifo clivense.
Accusato nelle ultime tre settimane di buttare alle ortiche punti quasi già in cassa, Corini sa di dover chiedere ai suoi l'assalto della vita calcistica stagionale, contro un'onesta formazione che più nulla ha da chiedere al torneo. Lo ha fatto chiedendo a tutti sacrifici supplementari andando in ritiro da lunedì scorso. Il Sassuolo che batte la Fiorentina ha scombinato ancora di più le carte salvezza ma il 'Genio' sa che è stato proprio il Chievo a mettersi nei guai. Sembrava fatta dopo lo spettacolo regalato a Livorno ma la strada è tornata a salire incredibilmente dopo i punti gettati soprattutto a Genova contro la Samp e la prova opaca, con relativa sconfitta, di una settimana fa con il Toro. E non parlate al conducente veronese del punto in più sul Bologna e conseguente vantaggio su altre due formazioni. "Pensiamo a noi stessi - ha detto Corini oggi al termine della rifinitura a Decimo Mannu - e dobbiamo rimanere concentrati sul nostro obiettivo che è la vittoria".
Ai veronesi della frazione sulla sponda destra dell'Adige non resta che osare: difendersi non paga più. Corini lo sa e giura di aver preparato la partita 'nei minimi dettagli'. Non si parla di formazione: "c'e' qualche ragazzo che sta recuperando - spiega il tecnico - vedremo". Sicuri a questo punto potrebbero essere gli uomini dell'asse centrale Agazzi, Dainelli e Rigoni con Paloschi prima punta. Il resto è una roulette ancora in vortice: Hetemaj, Stoian e Rubin potrebbero rappresentare le novità, ma oltre ai nomi e l'anagrafe il Chievo sa che al Sant'Elia, probabilmente in un caldo quasi tropicale, deve innalzare il Jolly Roger, la bandiera dei pirati, per l'assalto forse decisivo.
Le assenze sono tante - nove tra infortunati e squalificati - e la salvezza è già in cassaforte. E' alto il rischio che il Cagliari domani al Sant'Elia con il Chievo possa essere 'distratto', ma Ivo Pulga avverte: "Le squadre impegnate nella lotta per non retrocedere possono stare tranquille, il Cagliari darà il 100%". "Faremo la nostra partita, come abbiamo sempre fatto e nonostante le tante assenze - afferma il tecnico rossoblù alla vigilia dell'ultimo impegno casalingo dell'anno - chi scenderà in campo darà il massimo. Il Chievo ha più motivazioni, certo, ma noi vogliamo chiudere bene davanti al nostro pubblico. Abbiamo la testa sgombra, di solito quando si gioca senza preoccupazioni si gioca meglio". Pulga replica anche al Bologna, che ha chiesto massima regolarità in campo. "Sono affermazioni che ci stanno, ma possono stare tranquilli - ribadisce - noi faremo la nostra partita". Poi torna indietro alla sconfitta di martedì, a Napoli. "Dopo avere raggiunto il traguardo della salvezza, ci può stare un calo mentale e un rilassamento inconscio. Non abbiamo avuto la stessa aggressività e determinazione delle partite precedenti e un po' temevo questo tipo di atteggiamento. Tra l'altro affrontavamo un Napoli che aveva tante motivazioni per i fatti di sabato scorso, è una grande squadra che ha giocato a mille all'ora. Abbiamo imparato la lezione, domani si vedrà un'altra squadra". Senza nove giocatori, il tecnico rossoblù ha convocato tre ragazzi della Primavera - Barella, Loi, Masia - e probabilmente darà spazio anche a chi ha giocato meno in questa stagione. "Ma in campo andrà comunque la formazione migliore - ribadisce Pulga -. Cossu? Sì, lo rivedremo, se nel ruolo di Conti (squalificato, ndr) lo saprete domani, in quel ruolo è possibile anche il ricorso a Tabanelli. E' un giocatore che è cresciuto tanto in quest'ultimo periodo; è una mezzala, un giocatore longilineo, di corsa, buona tecnica, forte di testa". Si tornerà, comunque, al tradizionale 4-3-1-2. "A Napoli abbiamo provato le tre punte larghe, ma non ha dato frutti convincenti. Per attuare questo tipo di gioco bisogna lavorarci su con assiduità. Domani non ci saranno esperimenti", conclude Pulga
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