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Trionfo al Fiandre, è l'ottava meraviglia di Pogacar

Trionfo al Fiandre, è l'ottava meraviglia di Pogacar

L'iridato vince per distacco: 'E adesso voglio la Roubaix'

ROMA, 06 aprile 2025, 18:50

Alessandro Castellani

ANSACheck
Ciclismo: Pogacar vince il giro delle Fiandre © ANSA/AFP

Ciclismo: Pogacar vince il giro delle Fiandre © ANSA/AFP

L'ottava meraviglia di Tadej Pogacar.
    Con il successo nel giro delle Fiandre, il secondo della carriera per il fenomeno sloveno, il campione del mondo in carica ha portato a 8 il numero dei suoi successi nelle 'classiche monumento' del ciclismo. Stavolta lo ha fatto attaccando più volte sui muri di pavé del Fiandre: per quattro volte ai suoi micidiali scatti c'è stato qualcuno capace di reagire, ma alla quinta volta, durante il passaggio sull'Oude Kwaremont, a -18 dall'arrivo, nessuno del gruppetto dei fuggitivi di cui l'iridato faceva parte assieme a rivali del calibro di Mathieu Van der Poel, Wout Van Aert (che era stato appena ripreso dopo un timido tentativo di fuga) e Mads Pedersen è riuscito a stargli dietro, e per Pogacar ha voluto dire volare verso la vittoria. Il suo vantaggio è andato via via aumentando fino a 'forare' la barriera del minuto. Già nel precedente passaggio sul Kwaremont, a 55 km dal traguardo, lo sloveno aveva fatto i fuochi d'artificio per sgranare il gruppetto dei primi, poi a -18 se n'è andato e a dimostrazione di cosa sia capace questo fenomeno della bicicletta c'è stato anche il fatto che, pur dandosi il cambio, gli inseguitori, tutta gente di notevole valore, hanno continuato a perdere terreno. E questo fin dal muro successivo a quello dell'allungo decisivo, il Paterberg dove 'Pogi' aveva già raggiunto i 30″ di vantaggio sul quartetto di inseguitori, e lì si è capito che avrebbe vinto.


    Ora, domenica prossima, il 'nuovo Merckx' che va come un treno punterà dritto al gioiello che ancora gli manca, quella Parigi-Roubaix che per tanti sembra essere l'unica classica non adatta ai suoi mezzi, ma che lui non vede l'ora di aggiungere alla collezione di trionfi, anche per smentire gli scettici.


    Sarà la sua prima volta nella classicissima francese, ma Pogacar, che oggi ha vinto in maglia iridata come Van der Poel l'anno scorso e Peter Sagan nel 2016, vorrà lasciare il segno.
    E gli italiani? Il migliore è stato Filippo Ganna, sempre con la Roubaix in mente e intanto ottavo in questo Fiandre. Con Davide Ballerini (che si è piazzato decimo) e Matteo Trentin, è stato uno degli animatori della corsa provando ad anticipare i grandi favoriti attaccando a 100 chilometri dall'arrivo per riportarsi nella fuga di giornata. Ma le speranze italiane sono terminate per via delle tirate di Van der Poel e soprattutto degli attacchi di Pogacar che ha ripreso il plotoncino dei fuggitivi, con i tre italiani, dopo il primo passaggio sul Paterberg.
    "L'obiettivo era vincere, ma è stata dura - le parole di Pogacar dopo aver tagliato il traguardo -. Ora non potrei essere più fiero di me stesso e della mia squadra. Alla fine è andato tutto alla perfezione, e sono felicissimo di aver vinto indossando la maglia di campione del mondo. Il piano era di attaccare proprio dove l'ho fatto, e la squadra ha lavorato molto bene nonostante la perdita di un paio di pedine per delle cadute. Tutti hanno dato il loro contributo". E domenica prossima che succederà? "La Roubaix è una corsa completamente diversa - la risposta di Pogacar -, però a me piace accettare le sfide, e voglio dare il meglio anche lì, anche se è chiaro che il Fiandre si adatta meglio alle mie caratteristiche. Ma con la forma che ho adesso penso di poter provare a vincere anche la Parigi-Roubaix". Gli avversari, Ganna in primis, sono avvisati.

   

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