"Mi sento tuttora responsabile ma
non colpevole. Responsabile su quello che era la gestione del
ponte e in quanto custodi del bene questa responsabilità me la
sento". Così Giovanni Castellucci all'inizio della sua
deposizione nel corso del processo per il crollo del ponte
Morandi. "Questa tragedia mi ha colpito nel profondo, sono stato
consapevole della sua dimensione per le vite spezzate, per
l'assurdità della morte, spazzate su un viadotto in una mattina
di agosto" ancora le parole di Castellucci. "Penso che questa
tragedia abbia afflitto non solo Genova ma tutta 'Italia e chi
ha il senso della comunità". "Io ero ad della società che ha
gestito il ponte e questo peso lo sento ancora adesso. Sono
stato tra i primi ad arrivare, ho cercato di aiutare nei
comitati di crisi mi sono messo a disposizione del presidente
della Regione ma con ammirazione verso chi gestiva la crisi,
verso chi salvava vite, chi stata scavando. E ho sentito la
frustrazione di non potere essere utile se non accelerando
quello che potevo fare, come la strada del Papa (strada a mare,
ndr) e ho fatto nei mesi successivi tutto quello che era utile
per alleviare pene di chi soffriva e tutto ciò non è bastato".
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