Duro da scalfire il mito dei Deep
Purple. E se qualcuno pensava che l'hard rock andasse verso ad
una rapida eutanasia si deve ricredere perché stasera,
sorprendentemente, ha fatto capire che c'è ancora spazio per
andare avanti. Certo, il 'ruggito' non è più quello di 'Made in
Japan', ma l'adrenalina è riaffiorata comunque appena si sono
liberate le note di pezzi come 'Hus', 'Strange kind of woman', e
'Smoke on the water'.
Brani che sono inossidabili nella scaletta di Pace &Co in ogni
loro tournee, come quella italiana partita stasera da Padova e
che toccherà domani Assago (Milano), il 5 novembre Firenze e il
6 Roma. I tre storici del gruppo, Ian Gillan, Ian Paice
(instancabile e impeccabile alla batteria) e Roger Glover, uniti
a Don Airey (che ha sostituito John Lord) e Steve Morse hanno
rimescolato ricordi di hard music d'antan, - architravi della
storia del rock - e pur delineando un'affievolita energia
scenica rispetto ai tempi migliori, hanno saputo ricreare
un'atmosfera magica, capaci di materializzare sogni ed emozioni
con poche note e con lunghe sequenze dai ''colori'' delicati.
''Alla mia età - confidò tempo fa Paice, 70 anni - credo che non
conti tanto dove si suona o davanti a chi, alla mia età la
musica è una missione. Non ci si può fermare, se fermarsi
significa poi soffrire per la mancanza di qualcosa, in questo
caso la musica. L'importante è che non si diventi l'ombra di
quello che si è stati in passato, l'importante è continuare ad
avere voglia di suonare, di fare musica e di divertirsi''.
Tanto spazio a virtuosismi e ad lunghi assoli per sopperire
l'ugola di Gillan che alla veneranda età di 70 anni ha perso
vigore e 'cattiveria'. E non si deve cavillare se è' mancato
mordente in ''Black night''. Ma poco è importato al pubblico
ancora entusiasta delle perfomance del gruppo che ha alle spalle
17 album di studio (senza contare i live, tra cui svetta
l'epocale Made In Japan del 1972).
Scenografia scarna, come ci hanno abituato ormai da tempo,
essenziale per una band, quintessenza dell'hard rock, che ha
comunque saputo regalare momenti di divertimento con un prodotto
musicale sferzante, aggressivo, senza fronzoli, duro e a tratti
veloce come giusto che sia.
Due ore e passa di concerto in cui si sono pescate canzoni dei
primi tempi come 'Mary Long' e 'Wring that neck' , 'Space
turking' e 'Hush' intervallate da quelle degli ultimi lavori,
sempre ad un volume che ci si aspetta da un heavy live.
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