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© ANSA/EPA
Nell'esplorazione, avanti e indietro,
dell'universo di Guerre stellari, una delle tappe più apprezzate
da pubblico e critica degli ultimi anni è stata Andor, la serie
per Disney+ creata da Tony Gilroy (Michael Clayton), ambientata
cinque anni prima dell'impresa compiuta dai ribelli, con il
furto dei piani della nuova letale arma dell'Impero, la Morte
nera, nel film di Rogue One: A Star Wars story (2016) di Gareth
Edwards, di cui Gilroy era stato cosceneggiatore. Il racconto
corale per il piccolo schermo che ha al centro il pilota dal
passato travagliato Cassian Andor (Diego Luna tornato al ruolo
interpretato in Rogue One) e il consolidamento dell'Alleanza
ribelle, dopo il debutto della prima stagione nel 2022, chiude
il cerchio con la seconda stagione in 12 episodi, al debutto su
Disney+ dal 23 aprile (in blocchi di tre, ogni mercoledì). Un
affresco che esplora le missioni, i traumi, i successi, le
scelte, i lutti e i conflitti di chi si unisce alla rivoluzione
contro l'imperatore Palpatine: oltre ad Andor, fra gli altri, la
senatrice Mon Mothma (Genevieve O' Reilly) e l'antiquario/leader
ribelle Luthen (Stellan Skarsgard). Lo sguardo si ferma anche
però sulle storie di chi porta avanti i piani di conquista
dell'impero, come l'enigmatica e implacabile ufficiale
dell'Imperial Security Bureau Dedra Meero (Denise Gough). "Ho
avuto la possibilità rara di poter raccontare una storia come
questa, di rivoluzione, insurrezione e oppressione, andando a
fondo, visto che c'erano 1.500 pagine a disposizione - spiega
all'ANSA lo showrunner Tony Gilroy, autore degli episodi insieme
al fratello Dan Gilroy, a Beau Willimon e Tom Bissell -. C'è
stato modo così di soffermarsi anche sulle tensioni che
percorrono sempre i movimenti di resistenza. Prendiamo l'Italia
ad esempio. Quante fazioni diverse c'erano, tra i comunisti e i
repubblicani? E c'erano tante divisioni anche all'epoca di
Garibaldi. Ogni rivoluzione è costruita da persone, che
singolarmente, pur essendo a volte in disaccordo su tutto, sono
capaci di trovare come punto d'incontro la lotta comune contro
l'oppressore. Volevo che ci fosse quella sensazione anche nella
serie".
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