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Riallineamento delle accise: sale il diesel, cala la benzina

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Riallineamento delle accise: sale il diesel, cala la benzina

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15 maggio 2025, 17:33

Redazione ANSA

 Scatta il riordino delle accise sui carburanti. Con l'obiettivo dichiarato di favorire un riallineamento a favore delle fonti meno inquinanti, il diesel costerà un po' di più e la benzina un po' di meno. Il decreto del ministero dell'Ambiente e del ministero dell'Economia adottato in attuazione del dlgs della delega fiscale sulla revisione del sistema, è stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed entra subito in vigore.
L'accisa sulla verde cala quindi di 15 euro per mille litri, ossia 1,5 centesimi al litro, passando a 713,40 euro per mille litri dalla vecchia aliquota che era di 728,40 euro. Quella sul gasolio usato come carburante sale invece di 15 euro per mille litri, gli stessi 1,5 centesimi al litro, a 632,40 per mille litri dai precedenti 617,40.


L'effetto sui prezzi rilevati quotidianamente dal Mimit ancora non si vede ma è presumibile che le compagnie adottino il provvedimento velocemente. In base agli ultimi dati disponibili, la benzina viaggia anzi in media al self service in lieve rialzo a 1,702 euro al litro, mentre il diesel, sempre al self service, è a 1,586 euro al litro.
I consumatori hanno già fatto i conti: secondo il Codacons, il riequilibrio costerà in totale 364 milioni di euro annui agli automobilisti che dispongono di una automobile alimentata a gasolio (circa il 41% del parco circolante italiano), con la spesa per il pieno che sale di 0,915 euro a vettura. Per la benzina invece (pari al 42%) la riduzione dell'accisa determinerà un risparmio da 374,5 milioni di euro annui.
Assoutenti fa invece notare che oggi Iva e accise pesano per il 61,1% sulla benzina e per il 57,2% sul gasolio. Solo nel 2023, in base agli ultimi dati ufficiali disponibili, della spesa totale di 70,9 miliardi per i carburanti, ben 38,1 miliardi sono finiti nelle casse dello Stato a titolo di Iva e accise. Una tassazione che porta i listini alla pompa di benzina e gasolio in Italia ad essere tra i più alti in Europa e che l'associazione chiede al governo di ridurre.


Sul fronte fiscale l'esecutivo ha in effetti in serbo alcune novità, ma che non riguardano i carburanti. In un prossimo decreto fiscale, che secondo quanto anticipato dal Sole24ore potrebbe arrivare entro maggio, il governo punta innanzitutto a rimandare - per l'ennesima volta - la sugar tax nata nel 2019 durante il secondo governo Conte ma mai applicata. Gemellata alla nascita e nel suo iniziale cammino normativo alla plastic tax, la tassa sulle bevande zuccherate ha poi intrapreso una strada tutta sua, con l'entrata in vigore prevista per il primo luglio. La data potrebbe però ora slittare al primo gennaio 2026.
Il decreto dovrebbe anche correggere l'obbligo di tracciabilità delle spese di trasferta introdotto con la legge di bilancio. Sulle spese di trasporto, che riguardano nella maggior parte dei casi i taxi, e su quelle di vitto grava un peso doppio, sia sul dipendente sia sull'impresa. Nel primo caso, infatti, il rimborso delle spese sostenute è sottoposto a tassazione. Mentre sul fronte del datore di lavoro la penalizzazione è rappresentata nell'indeducibilità dei costi rimborsati ai dipendenti. La norma, nata per combattere l'evasione fiscale in Italia, non prevede però confini territoriali e si applica sia alle spese sostenute sul territorio nazionale sia all'estero. La novità consisterebbe quindi nel limitare l'obbligo di tracciabilità alle sole spese di trasferta in Italia.
Allo studio ci sarebbe poi anche il taglio dell'Iva sulla cessione delle opere d'arte che, sulla falsariga di quanto già avvenuto in Francia e Germania, scenderebbe dal 22% al 5%. La misura potrebbe entrare nel dl ma non è escluso che possa essere invece inserita in un prossimo decreto attuativo della riforma fiscale. 

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