Resta in carcere lo zio di Kata,
la bimba scomparsa a Firenze, arrestato il 5 agosto scorso per
il presunto racket all'ex hotel Astor. Lo ha stabilito il gip
Angelo Pezzuti all'esito dell'udienza di convalida e
dell'interrogatorio dove tutti i quattro arrestati hanno
risposto alle domande, pur senza mai affrontare il tema del
sequestro, fatto di cui al momento sono, al massimo, persone
informate sui fatti. Lo zio è anche parte offesa.
Ma sulla questione delle violenze a scopo di estorsione di
cui sono accusati, solo uno di loro viene scarcerato per gli
arresti domiciliari. Gli altri due restano a Sollicciano insieme
a Alvarez Vasquez Argenis Abel, lo zio di Kata, soprannominato
'Dominique' nelle scorribande all'Astor. In carcere rimane anche
Carlos Martin De la Colina Palomino, il 'Carlos' dell'Astor, e
Nicolas Eduardo Lenes Aucacusi.
A Carlos De La Colina e allo zio di Kata la procura addebita
le responsabilità delle estorsioni per via dei soldi chiesti ai
migranti, anche con metodi violenti, per alloggiare nelle camere
durante l'occupazione abusiva all'ex albergo di via Maragliano a
Firenze. Anche il gip nell'ordinanza di custodia cautelare con
cui dispose gli arresti in carcere recepiva queste linee
dell'accusa e oggi, disponendo il mantenimento della misura in
carcere, sottolinea che dagli interrogatori, così come dalle
indagini, non sono emersi elementi nuovi rispetto alle esigenze
cautelari della prima ordinanza. Per il gip c'è pericolo di
reiterazione dei reati, mentre, nonostante la nazionalità
straniera degli arrestati (tutti peruviani) non sussiste
pericolo di fuga perché ormai relazionati e stanziatisi in
Italia.
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