Grazie alle indagini
archeologiche che accompagnano i lavori di restauro della Badia
di Settimo a Scandicci (Firenze), portati avanti dalla
Fondazione Opera della Badia di Settimo e seguiti dalla
Soprintendenza di Firenze, sono venuti in luce per la prima
volta resti di strutture risalenti all'epoca altomedievale, e
dunque precedenti alla fondazione della stessa abbazia che è
datata intorno all'anno Mille. Lo rende noto la soprintendenza
Archeologica belle arti e paesaggio della Città metropolitana di
Firenze.
Durante scavi per la sistemazione del chiostro dei Melaranci,
a una profondità di circa 2 metri dall'attuale piano del
chiostro, gli archeologi hanno messo in luce le tracce di una
struttura a pianta circolare. "Si ipotizza che sia una
cosiddetta Grubenhaus, una capanna seminterrata, con il fondo
scavato nel terreno - spiega la soprintendenza -. Strutture del
genere, che dovevano avere pareti in legno e terra e una
copertura vegetale, sono comuni nell'Altomedioevo dell'Europa
centrale e orientale. Seppur rare, sono ben documentate
archeologicamente anche in Italia. I materiali ceramici
associati, formati da recipienti per la cucina (olle, testi,
teglie) e per la tavola (boccali e recipienti per liquidi),
nonché un manico in osso con decorazioni, fanno propendere per
una datazione tra l'VIII ed IX secolo d.C.. Il rinvenimento è
significativo perché attesta lo stanziamento, in questo punto
della pianura di Settimo, di una piccola comunità o nucleo
rurale, già diversi secoli prima della fondazione dell'abbazia.
Lo scavo, la cui esecuzione è stata molto travagliata a causa di
ripetuti allagamenti, si è concluso proprio in questi giorni. Le
settimane a venire saranno dedicate alla documentazione e al
riordino di dati e materiali raccolti sul campo, per poter poi
affrontare il successivo lavoro di interpretazione".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA