La Fondazione Bruno Kessler di
Trento anticipa la giornata europea sulla protezione dei dati
che si celebra domani, martedì 28 gennaio. Con Giada Sciarretta
e Matteo Rizzi dell'unità "Security & Trust", l'istituto propone
alcuni suggerimenti per ridurre l'esposizione al rischio di
intrusioni.
Sciarretta, esperta in progettazione e analisi di sicurezza
di soluzioni di identità digitale, e Rizzi, Security
Administrator della Fondazione, parlano della cosiddetta
"cyber-igiene", le pratiche che ogni utente dovrebbe adottare
per proteggere le informazioni digitali e la propria identità in
rete.
Tra i primi consigli c'è quello sulle password, che non
devono essere troppo comuni. La nota dell'Fbk ne cita alcune fra
le più diffuse in Italia: combinazioni di numeri come 123456 o
12345678, oppure termnini come "password", "cambiami" e
"juventus". "Se ne hai riconosciuta una tra le tue credenziali,
è il momento di rivedere le tue abitudini di sicurezza online",
si legge in una nota. Le password sono la prima linea di difesa
contro gli attacchi informatici: è buona cura adottarne una
lunga almeno 16 caratteri, con lettere maiuscole, minuscole,
numeri e simboli speciali. Sciarretta insiste anche sulla
necessità di "non riutilizzare la stessa password per più
account" .
Un'altra misura importante è l'autenticazione
multifattoriale, che aumenta il livello di sicurezza perché
oltre alla parola chiave serve anche un ulteriore codice
generato da un'app di autenticazione o un'impronta digitale.
A chi usa molto la posta elettronica viene suggerito il
ricorso a "alias email" per creare "pseudonimi" temporanei ed
evitare di esporre il proprio indirizzo principale proteggendo
la propria identità digitale. Gli esperti le considerano "una
buona forma di protezione anche in caso di eventuali 'data
breach'", ovvero l'esposizione o la sottrazione di personali. I
problemi non nascono solo dalle intrusioni dei pirati
informatici, ma anche da errate configurazioni dei sistemi,
dalla vulnerabilità dei programmi o dalla stessa negligenza
umana.
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