A Bolzano il boom di consiglieri comunali eletti, che si sono dichiarati appartenenti al gruppo linguistico tedesco, potrebbe creare un piccolo dilemma nella formazione della Giunta comunale.
La dichiarazione di appartenenza linguistica in Alto Adige è indispensabile per l'accesso al pubblico impiego e all'edilizia agevolata, per i quali viene applicata la cosiddetta proporzionale etnica, ma serve anche per il voto passivo. E' entrato nei libri di storia altoatesina Alex Langer, che nel 1995 si volle presentare per la poltrona di sindaco a Bolzano, ma la sua candidatura fu respinta perché il padre dei Verdi italiani era infatti un 'obiettore linguistico', non avendo presentato la citata dichiarazione perché contrario alle "gabbie etniche", come le definì.
I tempi sono cambiati per molti versi, e succede che vengono elette le 'tedesche' Patrizia Daidone di Forza Italia e Lina Marino di Io sto con Bolzano, che si aggiungono a quelli 'doc' di Svp, Verdi e Team K, facendo salire il numero dei consiglieri tedeschi a 15.
In caso di vittoria del candidato sindaco del centrodestra Claudio Corrarati un ingresso di Forza Italia in giunta diventerebbe difficile, fa presente il Corriere dell'Alto Adige. Almeno sulla carta sarebbe possibile anche una maggioranza addirittura senza la Volkspartei. "Non diamo per scontato che si debba fare per forza una maggioranza con la Svp", dice al quotidiano Alto Adige il vice presidente della Provincia di Bolzano e leader locale di Fdi, Marco Galateo. A Corrarati al ballottaggio serve però una bella fetta di voti Svp, con o senza indicazione di voto ufficiale della Stella alpina.
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