(di Danilo Nardoni)
"Avete lavoro per me?": ha così
scherzato Matt Dillon, star della terza giornata di Umbria
Cinema, a Todi, quando gli è stato chiesto come mai ancora non
ha fatto qualcosa nel nostro Paese.
"Quando mi domandano cosa manca alla mia carriera - ha
spiegato, incontrando i giornalisti - una risposta può essere
quella di lavorare con registi italiani, magari come Garrone e
Sorrentino".
Per Dillon, Premio Speciale Umbria Cinema dalla rassegna
cinematografica diretta dal regista Paolo Genovese. "Nella mia
carriera - ha confessato - ho fatto bei film ma anche altri non
così grandi, ma se c'è una cosa bella del mio lavoro è quella di
emozionarsi ancora nel ricevere un riconoscimento ulteriore".
"Sono contento di essere qui" ha affermato per poi
sottolineare che dell'Italia gli piacciono soprattutto
l'ospitalità e il calore delle persone.
La cosa che piace a Dillon del cinema italiano "è che sa
raccontare storie specifiche ma che si interfacciano con la
globalità". Ha poi detto di apprezzare "l'autenticità" del
lavoro di Fellini e confessato di aver visto recentemente
"Accattone" di Pasolini, "un capolavoro che ti rimane dentro".
Parlando invece dei registi con cui ha lavorato, per il
presente c'è Wes Anderson, definito "una delle voci più uniche
del cinema di oggi", e il recente "Asteroid city": "Quando Wes
mi ha chiamato per una piccola parte ho accettato subito e sono
rimasto sbalordito quando sono arrivato in un set di un campo di
cocomeri dove aveva ricreato il deserto americano". Per il
passato invece ci sono ricordi naturalmente per i film di
Francis Ford Coppola che lo hanno fatto conoscere al grande
pubblico come "I ragazzi della 56/a strada" e "Rusty il
selvaggio".
"Lavorare con Francis - ha detto Dillon - per noi era come
lavorare con un Dio. Alla mia audizione avevo lasciato ogni
speranza di essere preso ma poi mi ha chiamato. Ero il più
giovane del gruppo, avevo 18 anni. Aver lavorato con lui ha
cambiato la direzione della mia carriera". Carriera di attore a
cui fa seguito per Dillon ora anche quella di regista: "Voglio
continuare a fare il regista, la cosa che mi gratifica di più
ora".
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