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Matt Dillon a Todi, 'mi manca lavorare con registi italiani'

Matt Dillon a Todi, 'mi manca lavorare con registi italiani'

L'attore cita Garrone e Sorrentino. Premiato a Umbria Cinema

PERUGIA, 22 luglio 2023, 19:22

Redazione ANSA

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(di Danilo Nardoni) "Avete lavoro per me?": ha così scherzato Matt Dillon, star della terza giornata di Umbria Cinema, a Todi, quando gli è stato chiesto come mai ancora non ha fatto qualcosa nel nostro Paese.
    "Quando mi domandano cosa manca alla mia carriera - ha spiegato, incontrando i giornalisti - una risposta può essere quella di lavorare con registi italiani, magari come Garrone e Sorrentino".
    Per Dillon, Premio Speciale Umbria Cinema dalla rassegna cinematografica diretta dal regista Paolo Genovese. "Nella mia carriera - ha confessato - ho fatto bei film ma anche altri non così grandi, ma se c'è una cosa bella del mio lavoro è quella di emozionarsi ancora nel ricevere un riconoscimento ulteriore".
    "Sono contento di essere qui" ha affermato per poi sottolineare che dell'Italia gli piacciono soprattutto l'ospitalità e il calore delle persone.
    La cosa che piace a Dillon del cinema italiano "è che sa raccontare storie specifiche ma che si interfacciano con la globalità". Ha poi detto di apprezzare "l'autenticità" del lavoro di Fellini e confessato di aver visto recentemente "Accattone" di Pasolini, "un capolavoro che ti rimane dentro".
    Parlando invece dei registi con cui ha lavorato, per il presente c'è Wes Anderson, definito "una delle voci più uniche del cinema di oggi", e il recente "Asteroid city": "Quando Wes mi ha chiamato per una piccola parte ho accettato subito e sono rimasto sbalordito quando sono arrivato in un set di un campo di cocomeri dove aveva ricreato il deserto americano". Per il passato invece ci sono ricordi naturalmente per i film di Francis Ford Coppola che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico come "I ragazzi della 56/a strada" e "Rusty il selvaggio".
    "Lavorare con Francis - ha detto Dillon - per noi era come lavorare con un Dio. Alla mia audizione avevo lasciato ogni speranza di essere preso ma poi mi ha chiamato. Ero il più giovane del gruppo, avevo 18 anni. Aver lavorato con lui ha cambiato la direzione della mia carriera". Carriera di attore a cui fa seguito per Dillon ora anche quella di regista: "Voglio continuare a fare il regista, la cosa che mi gratifica di più ora".
   

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