Sono iniziate questa mattina le
celebrazioni per il Perdono di Assisi, con l'apertura della
porta della Porziuncola e in serata i primi vespri. Il triduo di
preparazione alla solennità nella chiesa di Santa Maria degli
Angeli è stato officiato da fra Francesco Patton, custode di
Terra Santa, che ha raccontato da testimone diretto le atrocità
della guerra, anche e soprattutto a danno dei bambini, che si
sta consumando da dieci mesi a Gaza.
In occasione del Perdono di Assisi, l'amministrazione
comunale "stigmatizza, ancora una volta, le guerre che
insanguinano tanti paesi del mondo e ricorda di aver istituito
ad aprile scorso un conto corrente per aiutare le popolazioni
civili vittime dei conflitti, a partire da quelle della Terra
santa, terra particolarmente cara e sede della città di Betlemme
gemellata con Assisi dal 1989". La causale è "Assisi per le
popolazioni civili colpite dalle guerre" e l'Iban è
IT83A0103038270000000192903.
Tutti possono donare , i proventi delle donazioni che arrivano
al Comune sul conto dedicato - spiega l'ente - saranno inviati
alle popolazioni vittime delle guerre a partire dalla Terrasanta
dove sono presenti i francescani della custodia retta da padre
Francesco Patton. Le destinazioni delle offerte saranno
condivise proprio con i francescani, con particolare riguardo ai
bisogni dei bambini, e saranno rese note attraverso i canali
media e social del Comune e della città.
"La decisione di avviare la raccolta fondi - ha spiegato il
sindaco Stefania Proietti - è nata dalla volontà di realizzare
un gesto concreto per fornire assistenza e conforto anche
materiale a tutti coloro che soffrono, che vivono sulla propria
pelle le conseguenze di violenza, bombardamenti e uccisioni. Non
ci stancheremo mai di ripetere che la guerra è una follia, come
Città di Assisi non rimarremo mai in silenzio, non possiamo e
non dobbiamo restare indifferenti davanti alle barbarie che si
consumano ogni giorno, ogni ora, in Terra Santa e in tanti altri
paesi del mondo anche vicini a noi come l'Ucraina. Abbiamo il
dovere di opporci alla "terza guerra mondiale a pezzi" dove in
molti territori a esprimersi sono solo le armi. E il nostro
unico mezzo è quello di ridare speranza oltre la guerra con
gesti concreti di fraternità e solidarietà".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA