"I rincari previsti dalla nuova
manovra fiscale della Regione Umbria annullano di fatto i pochi
benefici ottenuti con il rinnovo del contratto di lavoro. Per i
medici e i dirigenti sanitari è una beffa. La categoria più
colpita è proprio la nostra, eppure non siamo stati nemmeno
coinvolti nel confronto politico": a denunciarlo è Marco
Coccetta, segretario regionale di Cimo Umbria e della
confederazione Cida, che lancia un appello alla giunta
regionale: "serve un'interlocuzione urgente, non possiamo
continuare ad essere ignorati".
Coccetta ricorda come siano ormai trascorsi cinque mesi
dall'insediamento della nuova Giunta regionale, senza che vi sia
stato alcun dialogo politico con la dirigenza medico-sanitaria
e, più in generale, con la dirigenza pubblica e privata.
"Abbiamo fatto più richieste - spiega - come Cida, come
Federazione Cimo Fesmed e come intersindacale medica, ma finora
abbiamo ottenuto solo un'interlocuzione tecnica. È stato un
primo passo positivo, ma dal punto di vista politico il silenzio
è totale". Una situazione che il segretario definisce
"paradossale", considerando il ruolo centrale svolto dalla
categoria. "Siamo stati chiamati in soccorso del sistema
sanitario durante la pandemia, abbiamo lavorato sulle liste
d'attesa, affrontiamo carenze di personale raddoppiando i turni
- evidenzia Coccetta - e nel frattempo subiamo aggressioni
verbali e fisiche quotidianamente. Ma quando si tratta di
decisioni strategiche veniamo sistematicamente esclusi".
La convocazione ricevuta per il prossimo 28 aprile, afferma
Coccetta, "arriva fuori tempo massimo: temiamo che i giochi
siano già fatti e che si tratti di un incontro puramente
informativo". "Ma così non può funzionare: vogliamo partecipare,
vogliamo dare il nostro contributo prima che le scelte vengano
prese", dice Coccetta, che sottolinea l'anomalia istituzionale.
"La presidente della Regione - dice - ha parlato di confronto
con le parti sociali, ma evidentemente la nostra confederazione,
che rappresenta migliaia di dirigenti pubblici e privati, non è
considerata tale. Speriamo si tratti solo di un incidente di
percorso, ma è ora di cambiare passo. Il confronto con chi
rappresenta la dirigenza sanitaria non è solo un atto dovuto, è
una necessità per affrontare seriamente le sfide che abbiamo
davanti".
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