Sohaib Teima, ventiduenne di Fermo, meno di quattro settimane prima di uccidere la compagna francese, Auriane Laisne, aveva tentato di farla arrestare, inserendo nel suo bagaglio 60 grammi di cocaina e allertando la polizia di frontiera dell'aeroporto di Fiumicino: ne è convinta la procura di Aosta, che considera questo episodio utile a ricostruire l'aggravante della premeditazione dell'omicidio avvenuto nei boschi di La Salle (Aosta), insieme alla denuncia alla questura di Fermo di presunte minacce subite dal giovane.
Il tentativo di farla arrestare in aeroporto risale al primo marzo dell'anno scorso, il delitto al 26-27 marzo.
Auriane era stata colpita con un'arma da taglio alla gola: una ferita profonda due centimetri, sotto la mandibola sinistra, che aveva provocato la morte per asfissia meccanica, legata all'ingresso di sangue nelle vie aeree e quindi nei polmoni.
Teima - secondo gli inquirenti - aveva poi usato i pantaloni della tuta della vittima per tamponare il sangue, nascondendoli in un anfratto a circa 30 metri dalla chiesetta diroccata di frazione Equilivaz, dove il corpo era stato trovato solo il 5 aprile. Il giovane di Fermo aveva raggiunto la Valle d'Aosta con lei, secondo gli inquirenti, cercando un luogo appartato e isolato dove poter compiere indisturbato il delitto, senza essere visto e senza che il cadavere fosse trovato facilmente, potendo così allontanarsi e tornare in Francia, dove da qualche tempo si era trasferito per studiare.
Nel processo che inizierà alle 9.30 del 7 maggio prossimo davanti alla Corte di Assise di Aosta, Teima - che si è sempre dichiarato innocente - sarà assistito dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra, i genitori della vittima dall'avvocato Jacques Fosson. Le indagini, coordinate dal pm Manlio D'Ambrosi sotto l'egida del procuratore Luca Ceccanti, sono state condotte dai carabinieri del Reparto operativo di Aosta.
Sohaib Teima - secondo gli inquirenti - aveva occultato il corpo all’interno della cappella utilizzando il braccio destro della stessa vittima per spostarlo dal luogo dell’omicidio: il cadavere era stato adagiato sul fianco sinistro con le gambe leggermente piegate, sistemando una pietra dietro la schiena di Auriane affinché il cadavere restasse nella posizione. Sul posto non erano stati trovati né telefono né documenti. Nello zainetto della vittima c’era però una chiavetta Usb che riportava, su un adesivo, il suo nome di battesimo.
Dall’analisi delle banche dati delle forze dell'ordine era emerso che Auriane e il suo compagno, il 25 marzo 2024, erano stati controllati insieme al traforo del Monte Bianco, all’ingresso in Italia dalla Francia, a bordo di un autobus ‘low-cost’. Da lì si era ristretto il cerchio e Teima era stato arrestato nella zona di Lione il successivo 10 aprile.
L’estradizione era già stata autorizzata il 2 maggio scorso dalla chambre d'instruction della Corte d'appello di Grenoble. Per poterla eseguire si era dovuto attendere l’iter del procedimento penale francese per maltrattamenti ai danni della stessa Auriane: il 13 novembre scorso in secondo grado era stata confermata la condanna a sei mesi di reclusione, pena che in Francia Teima aveva già scontato sotto forma di custodia cautelare in carcere. Il decreto che dispone il giudizio immediato è stato firmato dal gip di Aosta Davide Paladino e depositato ieri nella cancelleria penale.
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