"Negli ultimi anni in Turchia si sono
moltiplicati segnali molto inquietanti". Lo ha affermato ieri
all'Ambasciata d'Italia presso la Santa Sede il vescovo Paolo
Bizzeti, vicario apostolico emerito di Anatolia, in occasione
della presentazione del libro, di cui ha curato l'introduzione,
"La parrocchia cattolica di Alessandretta" (Terra Santa
edizioni, 2024) di Enrico Tromba, docente di Archeologia
cristiana e Antichità ebraiche all'Istituto Superiore di Scienze
religiose di Reggio Calabria.
Il gesuita non ha nascosto la sua preoccupazione per un
"Paese in cerca di una sua identità" e che "periodicamente ha
dei moti di voler riaffermare la sua specificità in chiave
nazionalista". A margine dell'evento, il presule ha ricordato
l'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, l'unico che
sarebbe stato in grado di competere con il presidente Recep
Tayyip Erdogan, e quello che fu il suo intervento, considerato
"molto significativo e preciso", a Firenze nel 2022 nell'ambito
dell'incontro "Mediterraneo, frontiera di pace".
"Assistiamo molto sconcertati al fatto che avvengano cose di
questo tipo a un amministratore valido e a una personalità di
alto profilo", sono state le parole di Bizzeti, il quale ha
sottolineato che la Turchia sta rischiando di perdere quel
valore storico di mosaico di culture e fedi: "Il Paese si è
ritrovato a essere molto monolitico. Questo è un pericolo.
Quando un Paese diventa monolitico diventa settario e le teste
calde possono trovare un terreno fertile".
A garanzia di una società aperta, ospitale e "testimone di un
cuore grande che va oltre le appartenenze, le frontiere e gli
schieramenti", come ha aggiunto padre Angelo Lanfranchi,
archivista generale dei Carmelitani, è stata la comunità
cristiana, ora ridotta allo 0,2 percento della popolazione.
Grazie anche all'apporto di missionari italiani ha scritto
pagine gloriose, mostrando inventiva e impegno straordinari
nell'accogliere persone di ogni appartenenza etnica e religiosa
portando soccorso, istruzione e benessere a locali e stranieri,
ha rilevato Bizzeti.
Proprio nella parrocchia di Alessandretta, distrutta dal
terremoto di due anni fa, e i cui archivi ricchissimi di
documenti sono stati studiati e ripercorsi nel volume del
professor Tromba, trovarono sostegno e opportunità di crescita
umana e cristiana migliaia di profughi e indigenti. "Oggi
purtroppo sembra che questi tempi e modi di soccorrere chi
scappa da persecuzioni, guerre e miseria, siano tramontati - ha
concluso l'ex vicario apostolico -, ma non disperiamo".
L'auspicio espresso è che la conoscenza del passato aiuti ad
una "nuova presa di coscienza di come l'Italia e la Santa Sede
possano insieme essere testimoni esemplari di vera civiltà"
nelle vicende buie e complesse del Medio Oriente di oggi".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA