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Castellucci e Rodrigues chiudono la Biennale Teatro

Castellucci e Rodrigues chiudono la Biennale Teatro

Due spettacoli molto diversi ma egualmente conturbanti

VENEZIA, 02 luglio 2023, 11:34

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Si è conclusa la Biennale Teatro 2023 con le ultime repliche di due spettacoli, 'Domani' di Romeo Castellucci e 'Catarina e a beleza de matar fascistas' di Tiago Rodrigues, e la proclamazione del vincitore del bando di Biennale College Registi Under 35 Ciro Gallorano per il progetto Crisalidi, che verrà quindi messo in programma per l'edizione dell'anno prossimo: "È un viaggio metaforico il suo - scrivono Stefano Ricci e Gianni Forte, direttori artistici della Biennale - un'indagine intima attorno alle grandi domande evocative nelle opere di Virginia Woolf e Francesca Woodman, in risonanza con le inquietudini dell'Oggi". Castellucci, che è forse oggi il nome più internazionale del nostro teatro, mette in scena una donna, l'attrice Ana Lucia Barbosa, che trascina o spinge nell'immenso spazio del suggestivo salone della Misericordia un lungo ramo, mentre attorno cinguettano gli uccellini. Quando poi, per un poco si ferma appoggiata al muro, si libera di un pesante soprabito verde, resta in sottoveste bianca e cala quella che era una maschera cominciando a piangere disperata e riprendere, singhiozzando e lamentandosi, il suo vagare a tentoni, come fosse cieca col suo lungo ramo appoggiato a una spalla. È sola e, date le dimensioni dello spazio e gli spettatori dispersi in piedi qua e là, la sua solitudine pare assoluta come la sua sofferenza.
    Il lavoro del portoghese Rodrigues arriva alla Biennale dopo aver già girato in Italia, suscitando polemiche e proteste politiche, anche qui a contrasto con la vita di una famiglia, quella di Caterina, che ogni anno, da 74 anni di generazione in generazione, si ritrova nella casa avita in un bosco per uccidere un fascista, cosa che ha acquistato, dicono, un senso nuovo da quando questi con nomi diversi, da destra a populisti, sono arrivati da sei mesi al governo, e dicendo e facendo cose impensabili hanno rivelato la loro faccia di sempre, quella appunto di fascisti. Citando più volte Brecht, tra musiche canti sulle note di 'Fischia il vento' e 'Rossa primavera' i protagonisti sostengono che usare la violenza contro l'oppressione è un atto di coraggio.
   

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