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Cani terapeutici tra i ragazzi in Neuropsichiatria

Cani terapeutici tra i ragazzi in Neuropsichiatria

Ulss 3, prima volta pet therapy in reparto ad alta complessità

VENEZIA, 14 aprile 2025, 12:33

Redazione ANSA

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Ventiquattro zampe 'tra i piedi' di ragazzi, medici e infermieri della Neuropsichiatria infantile dell'ospedale di Dolo (Venezia). Maciste, Mirtilla, Chanel, Calipso, Titù ed Elsa, questi i loro nomi, dallo scorso marzo integrano la terapia dei giovani pazienti affidati alle cure dell'ospedale della Riviera del Brenta. Ed è la prima volta della pet therapy in un reparto a così alta complessità nella gestione del disagio neuropsichiatrico di adolescenti.
    E' la prima volta che la pet therapy fa la sua comparsa in un reparto a alta complessità nella gestione del disagio neuropsichiatrico di adolescenti. I sei cani arrivano tutte le settimane a turno, puntuali, nella stanza adibita a salotto tv del reparto. Qui si dedicano per circa un'ora ai giovani degenti. Guidati dai loro coadiutori, dagli operatori dell'associazione "Cani per caso" e con l'aiuto di attrezzature e materiali, gli animali si immergono con i ragazzi in attività interattive guidate e ludico ricreative, invitando i minori alla lettura della comunicazione non verbale, alla sperimentazione di sé, alla capacità di autogestirsi in presenza dell'animale, ma anche all'attività di cura, come il dargli da mangiare o lo spazzolarlo. L'attività induce il benessere non solo degli adolescenti coinvolti, ma anche degli operatori del reparto che assistono.
    "Sono attività che incrementano la collaborazione del paziente alle attività terapeutiche - dice la primaria di Neuropsichiatria Ambra Cappellari -: aiutano la gestione dello stato d'ansia e dello stress, migliorano l'umore e il benessere generale, potenziano l'autostima, incrementano il prendersi cura di sé e dell'altro, migliorano le competenze sociali e relazionali, di ascolto e di comunicazione, le capacità di raccontare il proprio vissuto e di rispettare i tempi dell'altro. È scientificamente provato che l'animale è un 'facilitatore di relazione".
   

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