In Veneto il 33% circa delle
medicine interne degli ospedali veneti è attualmente in
"overbooking", e l'87% denuncia carenze croniche di personale.
Ma circa un quarto dei ricoveri potrebbe essere evitato con una
migliore presa in carico dei servizi sanitari territoriali e con
maggiore prevenzione. Il panorama emerge dalla survey condotta
tra marzo ed aprile da Fadoi, la Federazione dei medici
internisti ospedalieri.
Nessuna delle medicine interne regionali ha un tasso di
utilizzo inferiore al 50%, e nessuna tra il 51 e il 70%. Mentre
il 67% dei reparti occupa tra il 70 e il 100% dei letti a
disposizione, il 33% ha oltre il 100% dei letti occupati. Ad
acuire il tutto c'è la carenza di personale, riscontrata
nell'87% dei casi.
Secondo Fadoi la situazione potrebbe essere più gestibile se
si potessero evitare i ricoveri impropri, frutto di una
difficoltà di presa in carico dei servizi territoriali, centrati
in larga parte sulla rete degli studi dei medici di famiglia,
anche loro sempre meno e con troppi pazienti da seguire.
Mediamente un ricovero su quattro sarebbe potuto essere evitato
con una rete di assistenza territoriale più adeguata.
Percentuale che sale a oltre il 30% nel 27% delle unità
operative.
Per quanto riguarda la prevenzione, secondo lo studio il 20%
dei ricoveri sarebbe evitabile. Per chi viene dimesso, la
percentuale di chi va a casa ma con l'assistenza domiciliare
integrata attivata è salita al 60%, mentre il 27% va in Rsa e il
7% in qualche struttura assistenziale intermedia.
Sulle nuove case e ospedali di comunità, che dovranno aprire
i battenti entro giugno 2026 per non perdere i due miliardi del
Pnrr, per l'80% dei medici potranno effettivamente ridurre il
numero dei ricoveri, "ma bisognerà vedere come verranno
realizzate". Simile la risposta fornita dal 54% dei medici
rispetto agli ospedali di comunità a gestione infermieristica.
Per il 20% degli interpellati, invece, nessun beneficio arriverà
dalle Case di Comunità, e lo stesso non vede miglioramenti
all'orizzonte derivanti dagli Ospedali di Comunità; per i medici
il 23% dei ricoverati potrebbe essere dimesso più rapidamente
con queste nuove strutture intermedie ben funzionanti.
Infine, tra sovraffollamento dei reparti e carenze di
organico, il 40% degli internisti dichiara di non trovare più
tempo per fare ricerca, mentre il 47% ne fa meno di quanto
vorrebbe.
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