Nella rappresentazione grafica di
un fenomeno fisico, sociale, economico, politico, religioso, non
sembra esserci nulla di più neutro di un diagramma, di
un'immagine unica elaborazione esplicativa di un insieme di dati
complessi interconnessi tra loro, che, per dirla con il filosofo
francese Gilles Deleuze, "è la possibilità del fatto, non il
fatto in sé". "Dal mio punto di vista il diagramma è uno
strumento che esiste da sempre", dice Rem Koolhaas, il fondatore
dello studio Amo/Oma che ha curato il progetto "Diagrams",
presentato dalla Fondazione Prada, nella sede veneziana a Ca'
Corner della Regina, fino al 24 novembre prossimo.
L'esposizione, attraverso più di 300 oggetti dal XII secolo
ad oggi, "analizza - è stato rilevato - la comunicazione visiva
di dati come potente dispositivo per costruire senso,
comprensione o manipolazione e come strumento pervasivo per
analizzare, capire e trasformare il mondo". Fin dalla lontana
antichità e a ogni latitudine, l'umanità ha avuto l'urgenza di
realizzare diagrammi - "nelle prime fasi della nostra ricerca
abbiamo trovato diagrammi tridimensionali realizzati in
Sudafrica intorno al 40.000 a.C. e mappe della costa della
Groenlandia intagliate nel legno sull'isola di Ammassalik",
rileva Koolhaas - e attorno a nove "urgenze" del mondo
contemporaneo che testimoniano la natura "trasversale e
diacronica dei diagrammi" - Ambiente costruito, Salute,
Disuguaglianza, Migrazione, Ambiente naturale, Risorse, Guerra,
Verità, Valore - è articolato il percorso della mostra.
Al piano terra, cinque grafici offrono un'anticipazione di
quanto esposto nel salone centrale e nelle sale laterali al
primo piano in un dialogo non cronologico tra documenti rari,
pubblicazioni, immagini digitali, video. Tra i lavori esposti,
nella sezione "Guerra", due diagrammi relativi alla bomba
atomica su Hiroshima: uno indica l'estensione dell'incendio e
l'area colpita dall'esplosione, l'altro il piano per lo sgancio.
A guardare quest'ultimo, può sembrare il disegno di un artista
ed è invece la fredda impersonale testimonianza di una tragedia
infinita.
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