I militari del Nucleo
Carabinieri Cites di Pescara hanno posto sotto sequestro,
insieme a una Guardia Ambientale del W.W.F. Italia Onlus, Nucleo
provinciale di Pescara, un canile in precarie condizioni
igienico-sanitarie a Manoppello (Pescara), hanno in esecuzione
di un decreto di sequestro preventivo del Gip del Tribunale di
Pescara Antonella Di Carlo. Il proprietario, un settantenne di
Cepagatti (Pescara), è indagato per maltrattamento animale
aggravato. Il canile, che ospitava 131 cani, è stato affidato a
un veterinario volontario della Lega Italiana Difesa Animali e
Ambiente (Leidaa), associazione che già collaborava alla
gestione della struttura, dove sono presenti anche molti randagi
del Comune di Manoppello. Il custode giudiziario, dopo aver
accettato anche l'incarico di responsabile veterinario del
canile, dovrà verificare le condizioni igienico-sanitarie dei
cani ed effettuare la loro eventuale identificazione tramite i
microchip previsti per legge.
Le indagini, svolte insieme agli addetti alla Vigilanza del
Wwf e avviate lo scorso anno dopo la morte un Pitbull, grazie
anche alle analisi condotte dall'Istituto Zooprofilattico
Sperimentale Abruzzo e Molise-Izsam di Teramo, hanno messo in
luce la mancanza di assistenza veterinaria, tenuta dei registri
di ingresso e uscita dei cani, adeguati giacigli, un orario di
apertura al pubblico. Nonostante le prescrizioni del Servizio
Veterinario della Asl di Pescara e la successiva ordinanza del
sindaco di Manoppello, il responsabile del canile-asilo, si
legge in una nota dei Carabinieri, ha mostrato scarso interesse
per la salute e il benessere degli animali e non ha assicurato
loro regolari cure veterinarie e trattamenti antiparassitari. Si
dovrà poi accertare se molti cani, una volta deceduti, venivano
conservati in un congelatore e seppelliti in fosse comuni.
"Il titolare dell'asilo per cani sequestrato - dichiara il
comandante del Gruppo Carabinieri Forestale di Pescara, presso
il quale opera il Nucleo Cites - rischia la reclusione da 3 a 18
mesi o la multa da 5.000 a 30.000 euro e, se si dimostrerà il
nesso causale con la morte di alcuni cani, l'aumento della metà
delle suddette pene alternative".
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