Nel centenario della nascita, il Comune di Castel di Sangro ha conferito la cittadinanza onoraria a don Dante Rossi, per 25 anni amato pastore nella popolosa comunità dell'Alto Sangro (L'Aquila).
Il sacerdote è morto nel 1977, a 55 anni.
Alle celebrazioni ha
partecipato anche la Parrocchia S.Giovanni Battista. Nella
Galleria polifunzionale di piazza Plebiscito si è svolta la
cerimonia: sono intervenuti il sindaco di Castel di Sangro e
presidente della Provincia dell'Aquila Angelo Caruso, il
presidente del Consiglio comunale Annarita Cimini, lo storico
Terzio Di Carlo e Nicola Rossi, sindaco di San Giovanni Lipioni
(Chieti), paese natio del sacerdote. Presente anche don Alfonso
Cerrone, che ha gestito insieme a don Dante la parrocchia di San
Giovanni Battista, rimanendovi per sette dopo la morte del
sacerdote. Al termine della cerimonia è stata consegnata una
pergamena alla signora Maria Grosso, nipote di Don Dante Rossi.
Nella Chiesa di San Giovanni Battista si è svolta poi la
Messa in memoria di Don Dante Rossi, concelebrata dai vescovi di
Sulmona (L'Aquila), Michele Fusco, di Trivento (Campobasso)
Claudio Palumbo e di Venafro (Isernia) Camillo Cibotti.
"L'Amministrazione comunale che rappresento ha promosso con
piacere questa giornata celebrativa per onorare la memoria di
don Dante Rossi e mettere le sue preziose opere e i suoi
insegnamenti a disposizione delle nuove generazioni" ha
dichiarato Caruso. Per 25 anni, dal 6 gennaio 1952 al 4 novembre
1977, don Dante Rossi ha legato il suo nome a quello di Castel
di Sangro. Nel 1978 una lapide commemorativa fu apposta sulla
facciata della Chiesa. Il testo sintetizza ciò che Don Dante ha
rappresentato per la comunità locale e per l'intero Abruzzo:
"Per venticinque anni Parroco di questa Chiesa, visse il proprio
sacerdozio con generosa totale dedizione al suo popolo. Uomo di
preghiera e di fede annunciò il Vangelo nella vita con
instancabile impegno, aperta cultura, netta coscienza. Sentì i
problemi sociali del momento e della sua terra, prediligendo i
piccoli e i poveri, educando i giovani agli ideali di libertà e
giustizia, partecipando alle ansie di riscatto e di progresso
della propria comunità".
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