Una ricerca approfondita che non ha escluso risultati sorprendenti - come ad esempio il mancato utilizzo dei libri digitali (60% alunni) o il dato basso sulla raccolta differenziata (42% alunni) - spaziando dalle abitudini alimentari all'utilizzo di borracce per l'acqua, fino ai mezzi di trasporto usati per recarsi a scuola: si tratta del progetto sull'impatto ambientale da biossido di carbonio realizzato al Liceo Galilei di Pescara dai ragazzi delle classi 2F, 2G, 2I.
L'iniziativa è il frutto della collaborazione con il docente ordinario di fisica dell'atmosfera e climatologia dell'Università di Chieti-Pescara, Piero Di Carlo, sotto il coordinamento della professoressa Mita Dusconi, referente del progetto, e le professoresse Rosa Zollo, Lara Bianchini, Paola Renzetti e Maria Perna. Prossimo obiettivo del progetto, a partire da settembre, è la pubblicazione su una rivista scientifica per rendere fruibile il lavoro di ricerca.
Il lavoro ha vissuto due fasi: nella prima è stato definito e somministrato un questionario di 26 domande sulle questioni ambientali afferenti la vita degli studenti, successivamente, in base ai risultati, è stato compiuto un lavoro di analisi e approfondimento su alcuni temi specifici; inoltre è stato misurato l'albedo, ovvero il rapporto tra la radiazione solare incidente e riflessa da una superficie, nella sede di via Balilla, con la realizzazione di una mappa del relativo impatto ambientale.
Il campione dell'analisi ha riguardato 1.141 studenti sui 1.600 circa iscritti al Liceo. In base al questionario si è scoperto che la maggior parte degli alunni porta come merenda un panino (55,1%), oltre a una borraccia d'acqua (57,1%); consuma cibo a km 0 (57,5%) e mangia carne 2-3 volte a settimana (57%), rispettando l'alternanza delle stagioni (70%). Il 51,6% non utilizza il diario fornito dalla scuola, il 60% non adopera libri digitali, ma il 67,4% compra e rivende libri usati; l'80,5% non utilizza la cancelleria biologica.
In merito al modo in cui si raggiunge la sede scolastica nel 39% dei casi gli studenti non utilizzano i mezzi pubblici, mentre solo l'8,9% non ha bisogno dei mezzi di trasporto; il 19,9% usa i mezzi elettrici messi a disposizione dal Comune. Per quanto riguarda l'abbigliamento gli studenti utilizzano in maggioranza vestiti nuovi (78,1%), acquistati in grandi catene (80,4%), e, una volta consumati, donati in beneficenza (70%); la maggior parte (58,4%) lava i vestiti ogni 2-3 giorni e li asciuga all'aria (63%).
I dati così raccolti sono stati poi analizzati in funzione del loro impatto ambientale: in un anno a scuola l'utilizzo di bottigliette e borracce per il consumo dell'acqua a scuola produce circa 5,5 tonnellate di anidride carbonica, mentre il mancato utilizzo dei libri digitali costa 55 tonnellate; in un anno a casa il consumo di carne degli studenti ha una incidenza di 40 tonnellate di C02, mentre il lavaggio dei vestiti circa 440 tonnellate. Partendo dai dati, l'obiettivo successivo è l'attuazione di nuovi comportamenti quotidiani, sia in ambito scolastico che familiare, per ridurre le emissioni.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA