E' cresciuto nel 2023 il volume
complessivo di investimenti realizzati dalle utilities italiane
a 7,4 miliardi, in aumento del 19% rispetto all'anno precedente
(6,2 miliardi) e quasi un terzo (2,2 miliardi) è stato destinato
a decarbonizzazione, digitalizzazione ed economia circolare. Il
valore aggiunto distribuito ai diversi stakeholder (lavoratori,
azionisti, pubblica amministrazione, finanziatori, comunità
locali, oltre a quanto viene reinvestito in azienda) è stato
pari a 14,6 miliardi (+15%).
È il quadro che emerge dal Rapporto di sostenibilità "Le
utilities italiane per la transizione ecologica e digitale",
elaborato da Fondazione Utilitatis per conto di Utilitalia su un
campione di circa 100 aziende.
L'obiettivo della decarbonizzazione "resta centrale per le
utilities, con investimenti" per 1,1 miliardi (832 milioni nel
2022) che vanno dall'energia prodotta da fonti rinnovabili (81%)
ai quasi 11mila mezzi a basso impatto ambientale (27% del
totale), soprattutto per la raccolta dei rifiuti.
Gli investimenti in economia circolare ammontano a oltre 530
milioni (erano 514 l'anno precedente) con la percentuale di
riciclo dei rifiuti differenziati che arriva al 96%, mentre la
quota di riutilizzo/recupero dei fanghi di depurazione si
attesta al 92%.
Per quanto riguarda la digitalizzazione, gli investimenti
sono stati 589 milioni (+40% rispetto al 2022); oggi il 38%
della rete idrica risulta distrettualizzata, mentre i contatori
intelligenti del gas sono il 68% di quelli installati.
Il valore aggiunto annuale distribuito agli stakeholder è
stato di 14,6 miliardi, con una crescita del 15% rispetto ai
12,7 miliardi dell'anno precedente. Ad esso si sommano ulteriori
30 miliardi di spesa verso i fornitori, di cui il 50% verso
realtà locali.
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