Tarek Baccouche ha presentato l'accordo di cooperazione archeologica tunisino-italiano per la riabilitazione e il restauro del sito di Zama, come parte della cooperazione bilaterale, sottolineando che esso si estende su quattro anni, e prevede che la parte italiana stanzierà alla Tunisia una dotazione complessiva di 800 mila euro, ovvero 200 mila euro all'anno. Il progetto prevede una parte dedicata alla formazione, al restauro e alla valorizzazione di alcuni siti archeologici (Bobot Hammamet, El Jem e sito di Zama) e alla loro promozione attraverso l'organizzazione di mostre e seminari congiunti. I 30 reperti selezionati provenienti dal sito di Zama presentati al Bardo, saranno restaurati a Roma con le più moderne tecnologie e con la partecipazione di due ricercatrici tunisine. I reperti scoperti fanno parte di una vasta collezione risalente a periodi diversi, prima e dopo Cristo, composta da templi e luoghi di culto e che testimoniano la ricchezza della vita religiosa, culturale e sociale nell'antica Zama. Sebbene siano stati rinvenuti tra il 2001 e il 2006, questa collezione di reperti viene svelata al pubblico per la prima volta, ha affermato Bacchouche, sottolineando che recenti inventari e ricerche documentarie hanno permesso di identificarli e classificarli con precisione. La direttrice dell'Inventario e Studi dell'Inp, Samira Shili, ha spiegato che il sito di Zama, di origine numidica, ha subito l'influenza della civiltà punica e poi cartaginese fino all'epoca romana, il che lo rende un testimone della sovrapposizione di civiltà in Tunisia.
I 30 reperti scoperti appartengono a epoche diverse e rappresentano molteplici aspetti della vita religiosa e culturale di Zama. Tra i pezzi più importanti rinvenuti vi sono statuette raffiguranti divinità pagane, vasi di ceramica e vari strumenti che forniscono informazioni sullo stile di vita dell'epoca. Gli scavi di Zama sono stati effettuati in più fasi, nell'ambito di spedizioni archeologiche iniziate nel 1996, che hanno portato all'accumulo di scoperte nel corso degli ultimi decenni. Secondo Shili, "queste scoperte hanno una grande importanza nel promuovere la ricerca scientifica e consentono di comprendere meglio la storia della regione". Zama Regia fu una città appartenente all'impero cartaginese dove, nel 202 a.C., i Romani vinsero l'ultima battaglia della seconda guerra punica.
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