Softlab, azienda di informatica,
cesserà la propria attività nel Casertano nei prossimi mesi,
probabilmente per fine anno, lasciando per strada circa 150
lavoratori, tutti ex dipendenti della multinazionale Jabil di
Marcianise. Lo comunicano in una nota congiunta le segreterie
casertane dei sindacati dei metalmeccanici Fiom-Cgil, Fim-Cisl,
Uilm, Ugl e Failms, che annunciano che "la proprietà di Softlab
ha ufficialmente dichiarato che l'unico ammortizzatore sociale a
disposizione per le lavoratrici e i lavoratori è la cassa
integrazione per cessazione di attività. Questo significa -
sottolineano i sindacati - che il progetto di ricollocazione per
i lavoratori ex Jabil è fallito miseramente, nonostante
l'intervento della Regione Campania e dell'allora Mise, oggi
Mimit. La loro
partecipazione era vista dai lavoratori come una garanzia che li
aveva spinti a lasciare Jabil per un impiego sicuro e
promettente".
In Softlab gli ex Jabil hanno fatto sempre cassa
integrazione, senza mai essere impegnati in progetti produttivi,
e ciò a dispetto degli impegni presi da Softlab in sede
istituzionale; la cassa integrazione poi a dicembre scorso non è
stata prorogata dal Ministero del Lavoro, anche perché la sede
di Maddaloni è stata chiusa, per cui ad oggi i dipendenti
casertani di Softlab non hanno uffici né percepiscono alcuna
forma di retribuzione. Una "situazione insostenibile" anche dal
punto di vista umano per gli addetti Softlab, che lunedì 3
marzo, per tenere alta l'attenzione sulla loro vertenza,
manifesteranno davanti ai cancelli della sede Rai di Napoli, a
Fuorigrotta.
La Softlab ha poi comunicato ai sindacati che dovrà anche
restituire la quota di cassa integrazione percepita dai
dipendenti nel 2024. Vi è inoltre la vicenda di un gruppetto di
lavoratori Softlab che ha svolto incarichi di lavoro per alcuni
mesi, ma che avanza ad oggi diversi stipendi in relazione alle
mansioni effettuate. I sindacati ricordano che "purtroppo, prima
di giungere a questo tragico epilogo non sono mancate le denunce
delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori riguardo
all'affidabilità di un imprenditore che non ha mai rispettato
gli impegni presi nelle sedi istituzionali. Con la cessazione
dell'attività, si conferma quanto molti sospettavano: Softlab
era interessata solo a incassare i fondi pubblici e privati
destinati all'assunzione degli esuberi di Jabil".
Oggi si è tenuto poi un ennesimo incontro con l'assessore
regionale Marchiello, nel corso del quale le organizzazioni
sindacali hanno ribadito "che le istituzioni, sia regionali che
nazionali, devono impegnarsi concretamente per restituire
dignità ai lavoratori e garantirgli una stabile occupazione. È
in gioco la credibilità delle istituzioni che, insieme ai
lavoratori, sono state prese in giro, con la differenza che i
lavoratori ora si trovano in mezzo a una strada e dovranno
penare per mettere il piatto a tavola. Per questo motivo, è
stato chiesto all'assessore Marchiello di partecipare in
presenza al prossimo incontro al Mimit e di sostenere la
necessità di adottare misure straordinarie che permetta di
individuare un sicuro percorso lavorativo".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA