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Il giorno dopo a Bagnoli, 'non ci abbandonate'

Il giorno dopo a Bagnoli, 'non ci abbandonate'

Dall'epicentro del sisma rabbia e delusione: 'non si fa niente"

NAPOLI, 13 marzo 2025, 22:50

Redazione ANSA

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Campi Flegrei, terremoto legato al rapido sollevamento del suolo - RIPRODUZIONE RISERVATA

Campi Flegrei, terremoto legato al rapido sollevamento del suolo - RIPRODUZIONE RISERVATA

(di Francesco Tedesco) "Mi sono svegliata perché il letto ondulava. E' andata avanti così per quasi trenta secondi. E intanto si facevano le crepe nei muri. Sono scesa in strada e da allora non ho ancora il coraggio di ritornarci". La donna siede su un muretto, sotto il giubbotto indossa ancora il pigiama. Ha un sorriso stanco e la voce tremolante, con la quale prova a descrivere a chi incontra la grande paura provata stanotte da lei e dagli altri abitanti di Bagnoli, il quartiere napoletano dove la gente è scappata in strada mentre le controsoffittature delle case cadevano, gli intonaci si staccavano e sfondavano le auto in sosta. Un quartiere, Bagnoli, abituato ai terremoti, ma non alla violenza di quello che all'1:25 ha buttato giù le persone dal letto: colpa della sua accelerazione al suolo, la più forte registrata finora nella zona, e dell'energia propagata verso Est, proprio verso Napoli, piuttosto che in direzione dei Comuni flegrei di Bacoli e Pozzuoli.
    Viale Campi Flegrei, corso principale di Bagnoli, stamattina è pieno di persone che si narrano a vicenda le loro notti passate in bianco in macchina, o ai giardinetti. Livio abita nel palazzo da cui sono cadute le pietre che hanno sfondato un'auto parcheggiata, una delle istantanee-simbolo di questo sisma: "abbiamo avuto tanta paura - dice - siamo usciti ed abbiamo visto le pietre cadute. Abbiamo pensato che fosse crollato qualcosa, ma poi abbiamo realizzato che a cadere in realtà era stato un lampione, che è attaccato all'edificio con dei cavi e si è tirato giù i calcinacci". Insomma, difficile di questi tempi la vita a Bagnoli, e più di qualcuno pensa di andarsene.
    Una dinamica che innesca già le prime speculazioni. "So che gli affitti a Licola, al Lago Patria - spiega Livio - prima costavano 300 euro al mese, ora siamo a 700. E comunque sì, tante famiglie cominciano ad andar via".
    Quella di oggi è una crisi che le persone avanti con gli anni paragonano al bradisismo degli anni '80, che portò all'evacuazione del Rione Terra: "ma le scosse erano meno violente", ricorda Amedeo, 70 anni. Con lui c'è il suo amico di sempre, Salvatore, secondo cui "la differenza è enorme, il terreno sta salendo in un modo terribile, che ci spaventa".
    Paura e stanchezza per le troppe notti insonni, che aumentano di pari passo con la sfiducia, per non dire rabbia, nei confronti di chi amministra la cosa pubblica: "quello che non riusciamo a accettare - spiega Salvatore - è che dal primo bradisismo a oggi, in 50 anni, non è stata mai creata una soluzione 'vera' per Bagnoli. Le vie fuga restano a zero, le aree attrezzate a zero. All'epoca si posero sul tavolo i problemi, ma quei politici non li seppero o vollero risolvere, in particolare la questione delle strade. E così la gente di Bagnoli resta imbottigliata. Ci sentiamo abbandonati, le istituzioni ci hanno lasciato soli".
    Ancora più arrabbiata è Francesca Moleti. "Ieri sera è crollato il tetto, mentre dormivo. Sono scappata in pigiama, ricoperta di polvere e mi ritrovo ancora così, nessuno mi ascolta. La verità è che il servizio per il bradisismo non c'è, diamo 800 miliardi di euro per il riarmo dell'Europa ma non abbiamo soldi per emergenze come queste. Non c'è niente, nessun supporto, nessun aiuto. È un problema del governo, non di Bagnoli, ma di tutto lo Stato. Io pago le tasse. Pago le tasse per cosa?".
    Insomma, c'è paura, stanchezza e amarezza per le strade di Bagnoli, ma c'è anche chi non si perde d'animo e che all'indomani della notte più lunga apre lo stesso il suo negozio di abbigliamento, spazzando via detriti e pezzi di intonaco: "quando è arrivata la scossa - spiega Luigi - con mia moglie ci siamo abbracciati: nella stanza continuavano a cadere oggetti e noi ci siamo stretti più forte. Ci siamo sentiti soli, devo ammetterlo, nessuno durante la notte si è preoccupato per noi.
    Però bisogna reagire, la vita va avanti, deve andare avanti, per forza. E così stamattina, come fosse un giorno qualsiasi, abbiamo aperto il nostro negozio".
   

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