La Commissione incaricata della
redazione del nuovo testo delle Indicazioni nazionali per il
curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo
d'istruzione ha terminato i lavori e la bozza di documento che è
stata pubblicata sul sito del ministero dell'Istruzione per
avviare nei prossimi giorni la fase di consultazione con le
associazioni professionali e disciplinari, con le associazioni
dei genitori e degli studenti e con i sindacati della scuola.
L'obiettivo è sostituire, dall'anno scolastico 2026-2027, le
vecchie Indicazioni che risalgono al novembre 2012. Il
documento, molto lungo e complesso, fornisce anche indicazioni
operative ai docenti. La premessa culturale generale delle nuove
Indicazioni sottolinea la centralità dell'allievo nel sistema
scolastico, ispirandosi ai principi costituzionali e mirando a
uno sviluppo completo e bilanciato di tutte le sue facoltà. Tra
le novità si prevede l'insegnamento del latino dalla seconda
media, l'introduzione di un curricolo verticale per garantire la
continuità educativa tra scuola dell'infanzia, media e
superiori, il rafforzamento dello studio a memoria. E ancora,
una maggiore attenzione allo sviluppo delle competenze Stem,
l'introduzione delle classi con metodo Montessori alla
secondaria di I grado, ovvero alle medie, più importanza
all'educazione civica, con un focus su relazioni di genere,
rispetto e convivenza civile, un rafforzamento della scrittura
manuale e della calligrafia come strumento di sviluppo del
pensiero critico e riflessivo e della creatività, con
un'attenzione particolare a musica, arte e narrazione. È
prevista anche un'integrazione prudente e critica dell'IA nella
didattica, con un ruolo centrale degli insegnanti nella
mediazione accompagnata da percorsi di educazione alla
cittadinanza digitale per favorire un uso consapevole delle
tecnologie. "Gli insegnanti - si legge nel documento - hanno il
dovere di conoscere e capire le potenzialità della IA. E in aula
di spiegare le logiche di funzionamento di dispositivi e
piattaforme. Nell'era dell'IA, la scuola dovrebbe formare un
pensiero capace di valutare attentamente le 'technai' facendone
cogliere presupposti ed impensati. L'IA offre certamente grandi
opportunità per l'istruzione a condizione che il suo uso sia
guidato da chiari principi etici. Per conseguire il suo pieno
potenziale, essa dovrebbe essere integrata in un contesto in cui
le dimensioni umane e sociali dell'apprendimento siano
rafforzate e non 'sostituite' e in cui prevalga una mediazione
chiaramente orchestrata dalla persona dell'insegnante".
Sul latino viene specificato che andrebbe introdotto "nel
corso degli ultimi due anni della secondaria di primo grado per
collegare il mondo che si è espresso in latino con l'esperienza
degli studenti e con la realtà contemporanea, instaurando una
virtuosa dinamica di acquisizione del passato, comprensione del
presente e confronto con le sue istanze, preparazione per il
futuro. Il latino va scoperto come opportunità e risorsa per la
formazione in vista della scuola secondaria di secondo grado; va
riconosciuto il ruolo giocato nello sviluppo della tradizione
europea, distinguendo criticamente elementi di continuità e di
discontinuità tra il testo antico e le forme della sua ricezione
e va individuato nella cultura antica un possibile e vantaggioso
punto di partenza per il confronto con altre tradizioni, lingue
e culture". Alle medie si consiglia di proseguire l'allenamento
alla lettura già avviato alla scuola primaria con la lettura
integrale di almeno tre libri all'anno. Di questi libri,
suggerisce la Commissione - anziché assegnare 'riassunti a casa'
che verrebbero con molta probabilità fatti fare all'IA - è più
utile parlare in classe, insieme, "per esempio chiedendo agli
studenti di consigliare o sconsigliare il tale o talaltro libro
ai propri compagni, argomentando il proprio parere in maniera
chiara ed efficace; oppure incoraggiando racconti alternativi,
rielaborazioni, scambi di personaggi e manipolazioni delle
trame, o rielaborazioni figurative o in forma di fumetto, anche
con strumenti multimediali ma senza eccessi: la parola, scritta
e letta, resta la cosa più importante". La Commissione infine
raccomanda di evitare la cosiddetta 'infarinatura': "a fronte di
una materia virtualmente sconfinata, occorre che l'insegnante
selezioni di anno in anno percorsi che contemplino un numero
limitato di testi e autori scelti tra quelli che si suppone
possano interessare gli studenti: soprattutto bisogna evitare il
feticcio della 'infarinatura'", si legge nel documento. La parte
sullo studio della storia inizia affermando: "solo l'Occidente
conosce la Storia, altre culture, altre civiltà hanno conosciuto
qualcosa che alla storia vagamente assomiglia". La Commissione
prevede che l'insegnamento della storia vera e propria inizi dal
terzo anno della scuola primaria. "La finalità principale
dell'insegnamento storico è dare agli studenti la consapevolezza
che la dimensione esistenziale del "qui" e "ora" non si
esaurisce nella contemporaneità, ma costituisce l'esito delle
vicende vissute dagli uomini che ci hanno preceduto". Nella
scuola primaria, l'insegnamento avrà al centro la dimensione
nazionale italiana. ll documento suggerisce approcci
metodologici sia tradizionali che innovativi: non solo quindi
l'uso del libro di testo ma anche attività laboratoriali,
materiali reperibili in rete sotto la guida dell'insegnante,
letture mirate di lavori storiografici, fonti audiovisive, della
Rai o documentari reperibili su internet.
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