Impennata di violazioni di dati a livello globale, con l'area Europa-Medio Oriente-Africa (Emea) che ha registrato un aumento delle intrusioni di sistema quasi raddoppiate in un solo anno (53%). Sono alcuni dati del Data Breach Investigations Report di Verizon.
Secondo l'analisi, in questa area geografica quasi un terzo delle violazioni (29%) ha avuto origine all'interno dell'organizzazione, in netto contrasto con la zona Asia-Pacifico - dove solo l'1% delle minacce sono state originate da attori all'interno dell'organizzazione - e il Nord America, dove rappresentano solo il 5% degli incidenti.
Nell'area Emea, inoltre, 19% delle violazioni è dovuto ad errori involontari e l'8% ad un uso improprio, come l'utilizzo non autorizzato di dati in violazione delle policy dell'organizzazione. L'ingegneria sociale usata dagli hacker per rubare dati è il secondo tipo di incidente più comune nella regione, con il phishing presente nel 19% delle violazioni.
"L'allarmante tasso di violazioni causate dai dipendenti nell'area Emea sottolinea la necessità cruciale per le aziende di rafforzare la propria cybersecurity interna e la formazione", dichiara Sanjiv Gossain, Group Vice President e Head of Emea di Verizon Business.
Tra le osservazioni contenute nel rapporto che delinea le minacce emergenti più vicine alla quotidianità aziendale, c'è anche il rischio di trasferimento di dati sensibili verso le piattaforme di intelligenza artificiale generativa. Secondo il rapporto, infatti, il 15% dei dipendenti vi accede regolarmente attraverso dispositivi aziendali. Il 72% lo fa utilizzando una email non aziendale, nel 17% dei casi con email aziendali ma senza un sistema di autenticazione integrato, suggerendo così anche un uso fuori dalle policy interne.
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