Con quasi 22 milioni di ettolitri
spediti oltre frontiera, l'export vinicolo italiano ha superato
nel 2024 il traguardo degli 8 miliardi di euro di fatturato. Un
nuovo record favorito anche dalla corsa alle scorte negli Stati
Uniti, sotto la minaccia di dazi sui prodotti made in Ue
ribaditi da Trump, anche negli ultimi giorni. Stati Uniti che si
confermano il primo mercato di destinazione, con un peso che ha
raggiunto il 24% del fatturato complessivo all'estero, grazie al
balzo in avanti del 10,2% (+7% gli ettolitri). A crescere del
5,5% sono i valori complessivi del vino tricolore, ma anche i
quantitativi del 3,2% dopo la battuta d'arresto del 2024. Ancora
una volta a trainare le vendite sono state le bollicine, il 25%
dell'export in volume e il 29% del valore maturato sui mercati
esteri. Il bilancio dell'anno del segmento spumanti è
estremamente positivo, in crescita del 12% in quantità e del 9%
nei corrispettivi monetari.
L'Italia si conferma leader mondiale per volumi esportati e
seconda in valore dietro la Francia che ha mantenuto i volumi
del 2024 ma con un calo dei valori del 2%,, mentre la Spagna ha
mostrato una battuta d'arresto in quantità (-3%) a fronte di un
incremento degli introiti (+4%).
Il secondo mercato di riferimento, dopo di Usa, è la
Germania, cresciuto in valore di quasi il 4% ma non in volume,
mentre avanzano a passo moderato le esportazioni verso il
mercato britannico (+1% a valore, +2% a volume). Da segnalare
gli ottimi sviluppi delle vendite in Canada, al quarto posto tra
i principali clienti (+15,3% il fatturato, +4% gli ettolitri) e
in Russia, che nell'intera annata trascorsa ha incrementato gli
acquisti di vini e spumanti italiani di oltre il 40% sia a
valore che a volume. Scendendo nel dettaglio delle principali
categorie dell'export, le elaborazioni Ismea sui dati Istat
evidenziano una crescita sostenuta per i vini a denominazione di
origine protetta (Dop), che chiudono l'anno con +6,5% in valore
e +7,6% in volume, grazie anche al contributo positivo dei vini
fermi. Gli Igp registrano un aumento più moderato (+1,3% in
valore, +2,8% in volume), mentre i comuni subiscono una
contrazione di quasi il 7% in quantità, compensata da un
equivalente incremento dei corrispettivi monetari.
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