- Il consumo della frutta secca è in costante aumento e si è destagionalizzato grazie alla riscoperta sotto il profilo nutraceutico di noci, mandorle, nocciole, pistacchi, pinoli, castagne ed arachidi. Alimenti, da sempre associati alle ricorrenze festive e agli aperitivi, ora vengono considerati Superfood, "tesori in guscio" per gli effetti benefici sulla salute umana. Un cibo dei poveri che piace sempre più ai ricchi. E' quanto sottolinea Mario Liberto nel libro "Frutta secca, mercato, valorizzazione, storia e salute" edito da Agra (184 pagine, 20 euro).
Un saggio che esplora le nuove modalità di consumo, come spuntino ad esempio per recuperare energie dopo una fatica sportiva o in alternativa a un pasto. E considerata la presenza di frutta secca negli autogrilli, punti ristoro delle palestre e stazioni, c'è chi la chiama "frutta da viaggio". Stili alimentari contemporanei che hanno portato ad un tasso di crescita del settore superiore al 10% per un mercato che vale, anche grazie all'export, quasi un miliardo di euro.
Nel volume l'autore delinea gli aspetti storici, nutrizionali e salutistici e le possibilità di utilizzo quale versatile ingrediente di ricette culinarie, nelle panature, nella gelateria e pasticceria, delineando una cultura alimentare mai dimenticata in Italia. Inoltre la frutta secca, ricorda nella prefazione Ignazio Vassallo, coordinatore nazionale della frutta in guscio, è parte integrante del paesaggio agrario italiano, contribuendo alla creazione di beni immateriali, dalle pinete nel litorale di Lazio e Toscana ai mandorli in fiore nella Valle dei Templi e in Puglia fino ai noccioleti delle Langhe o dell'Irpinia.
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