La produzione del miele delle
Marche nel 2024 ha fatto registrare per i mieli primaverili un
calo dell'85% e del 90%. Situazione che è andata migliorando
nella stagione estiva, ma sempre con un calo del 50%. "Inverni
poco freddi, primavere anticipate, forti venti e estati torride,
sono le principali cause del crollo del miele", dichiarano i
presidenti dei Consorzi della provincia di Pesaro e Urbino
Frederic Oliva; della provincia di Ancona, Sergio Cocciarini;
della provincia di Macerata, Alvaro Caramanti; delle provincie
di Fermo e Ascoli Piceno, Giovanni Zucconi.
"Senza dimenticare l'importazione di prodotti esteri,
soprattutto dalla Cina che vende a un euro a barattolo, che non
rispettano gli standard di qualità europei". In Europa si è
deciso di introdurre in etichetta l'obbligo di indicare ciascun
paese d'origine e la rispettiva quota percentuale nelle miscele
di miele, "un importante passo avanti, ma servirà ancora tempo
prima che gli Stati membri recepiscano la direttiva", proseguono
i Presidenti, chiedendo l'intervento della Regione Marche.
"Servono risorse adeguate a sostegno degli apicoltori",
ribadiscono, e l'attivazione della misura ACA 18 del Piano
strategico della Pac, come è stato fatto nelle regioni limitrofe
Abruzzo, Umbria, Toscana, Emilia Romagna, "che prevede un
pagamento annuale per alveare a favore dei beneficiari che
praticano l'attività apistica in aree particolarmente importanti
dal punto di vista ambientale e naturalistico. Questo
consentirebbe all'apicoltura marchigiana di rientrare tra le
destinatarie dei contributi messi a disposizione degli
apicoltori dall'Ue attraverso le Regioni".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA