Alert sanitari sulle etichette, ipotesi di nuova tassazione e spettro dei dazi, ma anche politiche europee, competitività, export e turismo enogastronomico: il comparto del vino è riunito a Roma per gli Stati Generali. Un confronto tra istituzioni nazionali ed europee, produttori e professionisti del settore organizzato dall'Ufficio in Italia del Parlamento Europeo, in collaborazione con la Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.
Presente, tra gli altri, il ministro dell'Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Francesco Lollobrigida. Con una produzione annua che supera i 160 milioni di ettolitri l'Ue rimane il leader mondiale del settore contribuendo al 45% delle superfici viticole globali, al 63% della produzione e al 48% del consumo mondiale di vino; oltre 3,2 milioni gli ettari destinati alla viticoltura in Ue, circa 2,5 milioni le aziende vitivinicole e oltre 3 milioni di posti di lavoro diretti. Italia, Francia e Spagna principali produttori dell'Ue, continuano a rappresentare quasi la metà della produzione globale. L'Italia con una produzione di 49,7 milioni di ettolitri nel 2024, si conferma primo produttore e esportatore al mondo. Inoltre il nuovo regolamento Ue sul sistema delle Indicazioni geografiche protette e denominazioni di origine protette entrate in vigore nel 2024, rafforza ulteriormente la protezione per oltre 1.610 vitigni certificati un terzo dei quali prodotti in Italia.
Sul fronte etichette, dal primo gennaio 2024 è entrata in vigore l'obbligatorietà di indicare informazioni dettagliate sui valori nutrizionali e sugli ingredienti. "Questa novità - scrivono Pe e Commissione Ue nell'introduzione agli Stati generali - pur rappresentando un passo avanti verso una maggiore trasparenza per i consumatori ha sollevato preoccupazioni in relazione a iniziative nazionali come quella irlandese che potrebbero compromettere l'immagine del vino e creare frammentazioni nel mercato unico europeo". È cruciale, dunque, proseguono le due Istituzioni europee "garantire un approccio armonizzato che salvaguardi sia il corretto funzionamento del mercato interno sia la competitività del settore sui mercati internazionali" e richiamano a un "dialogo costruttivo tra i decisori politici europei nazionali e locali e gli operatori del settore" per valorizzare il comparto.
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