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Dazi Usa, rischio salto nel buio per il 98% dei vini italiani

Dazi Usa, rischio salto nel buio per il 98% dei vini italiani

Frescobaldi (Uiv), il rapporto qualità-prezzo resti il nostro valore aggiunto

ROMA, 12 marzo 2025, 18:32

Redazione ANSA

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Il danno per il vino italiano con l'ipotesi dazi al 25% potrebbe essere di circa 470 milioni di euro solo per gli effetti diretti della domanda Usa, senza contare quelli indiretti sull'export globale che spostano il conto a quasi un miliardo di euro. Unione italiana vini (Uiv) ribadisce le preoccupazioni in un'analisi del suo Osservatorio sugli impatti delle nuove tariffe annunciate dall'amministrazione Trump per l'agricoltura europea, e ritiene pericoloso l'assunto che i nostri vini - in quanto italiani e di lusso - non corrano rischi di ridimensionamento da parte della domanda a stelle e strisce.

    Secondo Uiv, il 98% del vino italiano esportato negli Usa rischia un vero e proprio salto nel buio. Si tratta di quello di categoria 'popular', pari a oltre l'81% dell'export nel mercato statunitense, e di quello 'premium', categoria immediatamente superiore, pari al 17%. L'81% è quello che costituisce l'ossatura delle esportazioni italiane verso gli Stati Uniti e che cuba ben 2,9 milioni di ettolitri (su un totale di 3,6 milioni). Quasi 350 milioni di bottiglie di vino tricolore che sono concentrate nelle fasce meno costose, equivalenti a un prezzo franco cantina di 4,18 euro/litro e che al dettaglio si trasformano in media - dopo trasporto, dazi, ricarichi alla distribuzione - in una fascia di prezzo che non supera i 13 dollari la bottiglia. Su un'altra dimensione viaggiano i vini luxury, che riguardano però una quota del 2% sul totale export a volume (8% del valore) e che possono tutto sommato essere meno soggetti a riduzioni di acquisto.

    Per il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi: "Il vino italiano negli Usa, che vale circa 2 miliardi di euro con una quota del 24% sul totale mondo delle nostre spedizioni, è composto da prodotti fortemente identitari che unitamente a un vincente rapporto qualità-prezzo hanno contribuito al successo del made in Italy enologico".

 Secondo l'Osservatorio Uiv, i dati ufficiali dicono che la media di prezzo export verso gli Usa è di 5,35 euro per litro per il vino italiano, solo il 30% dei popular è tutto sommato allineato (5,26 euro), mentre oltre la metà è ben sotto soglia (3,53 euro). Tariffe supplementari del 25%, non gestite in equità tra le controparti, finirebbero per sbalzare questi vini sulla fascia immediatamente superiore, la premium. In pratica il grosso delle produzioni tricolori: dal Pinot grigio al Prosecco, dal Chianti al Lambrusco, dal Moscato d'Asti ai vini siciliani, a quelli della stragrande maggioranza delle regioni italiane. Il segmento premium che oggi vale il 17% volume del totale export (con prezzo medio franco cantina di 8,80 euro/litro e price point al dettaglio variabile da 13 fino a 30 dollari la bottiglia), non sarebbe in grado di assorbire travasi 'epocali' di referenze provenienti dal basso. 

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