/ricerca/ansait/search.shtml?tag=
Mostra meno

Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Applausi e dissensi per Don Carlo"

Applausi e dissensi per Don Carlo"

Motivo delle lagnanze l'allestimento kolossal

07 giugno 2018, 10:20

Redazione ANSA

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

- RIPRODUZIONE RISERVATA
- RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSA) – BOLOGNA, 7 GIU – Applausi alla parte musicale, dissensi a quella visiva: è accaduto alla prima al Teatro Comunale del Don Carlo di Giuseppe Verdi diretto da Michele Mariotti e messo in scena da Henning Bockhaus. Motivo delle lagnanze un allestimento inutilmente kolossal (scene di Nicola Rubertelli), non nocivo alla partitura ma neppure rivelatore di particolari idee registiche, riempito qua e là di ovvietà di dubbio gusto come la presenza di Eboli nella stanza di Filippo II prima della celeberrima aria Ella giammai m'amò in cui il bravissimo basso ucraino Dmitry Beloselskiy ha mostrato una sofferta autorevolezza che gli ha fatto guadagnare un lungo consenso. Michele Mariotti, che ha scelto per l'ennesimo debutto verdiano la versione italiana in 4 atti dell'opera, è stato pure festeggiatissimo dopo una prova ben calibrata drammaturgicamente. All'11/o anno di collaborazione coi complessi della Fondazione bolognese, il rapporto tra il direttore pesarese e i collaboratori ha raggiunto livelli di assoluta simbiosi e maturità.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza