In Emilia-Romagna crescono il Pd e
il centrosinistra che, dopo lo spoglio delle europee e in attesa
dei risultati della comunali, guardano già al prossimo
appuntamento, le regionali che si svolgeranno in autunno.
Il presidente della Regione Stefano Bonaccini (ricoperto da
una valanga di preferenze personali) conquista infatti, com'era
ampiamente nelle previsioni, un seggio all'europarlamento di
Bruxelles e il suo mandato si concluderà, così, con qualche mese
di anticipo rispetto alla scadenza naturale. Il Pd ottiene un
36,1% che significa otto punti in più rispetto alle politiche di
due anni fa. Cresce anche Avs (6,5%), mentre cala, e scende al
7,2%, il M5s.
Va bene anche il centrodestra, con Fdi che guadagna tre punti
(28%) rispetto alle politiche, anche ai danni della Lega (6,5%).
Sostanzialmente stabile Forza Italia (6,1%). Molto
ridimensionata esce l'area lib-dem con Stati Uniti d'Europa
(renziani) e Azione (calendiani) entrambi attorno al 3%. La loro
alleanza alle politiche valeva l'8,5%, a cui si aggiungeva il
3,1 di +Europa.
A conti fatti, la coalizione di centrodestra non si smuove
dal 40%, abbondantemente sotto la soglia che alle regionali del
2020 raggiunse Lucia Bergonzoni. Se il Pd, come ha annunciato di
voler fare, riuscisse a presentare una candidatura alla
presidenza sostenuta da un campo larghissimo, ovvero un alleanza
che tiene insieme sostanzialmente tutto quello che non è
centrodestra, partirebbe da un vantaggio teorico di una
quindicina di punti.
Le comunali (lo spoglio comincia alle 14) sono servite al
centrosinistra anche per fare una prova generale di questa
alleanza. Come a Modena dove, stando ai risultati delle europee,
il divario fra centrosinistra e centrodestra è di 24 punti
percentuali e dove, in particolare, il Pd è stato premiato
dall'elettorato con il 44,2%.
Specularmente, il centrodestra (che pure ha visto crescere la
propria consistenza rispetto alle politiche) sa bene che per
provare l'impresa di strappare al Pd la sua regione simbolo,
servirà un candidato che possa colmare questo divario,
rivolgendosi anche all'area più moderata. Il pallino del gioco
lo avrà in mano Fratelli d'Italia, che si rafforza in regione e
riesce ad eleggere il primo eurodeputato di centrodestra della
regione, il bolognese Stefano Cavedagna.
Prima di pensare alle regionali per il centrodestra
dell'Emilia-Romagna c'è però un'altra missione da compiere,
ovvero provare a confermare i sindaci uscenti Gian Luca Zattini
a Forlì e Alan Fabbri a Ferrara. Anche in queste due città, il
centrosinistra nel suo complesso alle europee è leggermente
avanti, ma la differenza potrebbe farla l'appeal personale dei
due sindaci e la loro capacità di attirare voti dal campo
opposto.
Anche se l'Emilia-Romagna si conferma la Regione dove si è
votato di più, il dato sull'affluenza, che si è fermato al 59% è
insolito e preoccupante.
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