BOLOGNA, 19 APR - "Non stiamo rifiutando la verifica del ministero, ma le modalità di questo organismo di controllo non sono chiare. Siamo nell'ambito della cosiddetta potestà concorrente delle Regioni: abbiamo diritto a concordare col ministero le procedure". Così, a Repubblica Bologna, l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna Massimo Fabi, coordinatore della Commissione nazionale Salute della conferenza delle Regioni, auspicando che lo strappo col governo sulle liste di attesa si possa ricomporre. Concetti spiegati anche al Corriere di Bologna.
Il nodo è quello dei poteri sostitutivi, il commissariamento che il decreto Schillaci prevede in caso di inadempienza da parte delle Regioni. "L'organismo di verifica e controllo - spiega al Corriere di Bologna - interverrà per gravi criticità e situazioni di inosservanza, ma detta così non vuole dire nulla.
Vogliamo definire insieme di quali casi si parla e, in caso di intervento, vogliamo che sia chiaro per quanto tempo rimane all'interno della struttura perché non vi sia un'invasione di campo nell'ambito della legislazione concorrente. C'è anche da specificare quanto tempo ci sarà per avanzare controdeduzioni rispetto alle osservazioni che vengono dall'organismo di verifica e controllo. Temi tecnici e di facile risoluzione: la volontà delle Regioni c'è tutta, quella del governo no. Come Regioni accettiamo di essere 'controllati' ma servono indicatori chiari, tempi definiti e regole reciproche. Se questa intesa non arriverà vedremo come comportarci, ma confidiamo fino all'ultimo secondo che ci sia un ripensamento ragionevole".
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