BRUXELLES - Ci sono due tipi di clausole di salvaguardia previste nelle regole economiche comuni dell'Unione europea, ovvero il 'Patto di stabilità e crescita', che si potrebbero utilizzare per favorire gli investimenti nella difesa. Da una parte c'è la clausola generale di salvaguardia con una deroga per tutti all'applicazione delle regole, e dall'altra le clausole nazionali con le quali ciascun Paese chiede invece una deroga per sé ai paletti Ue. La clausola generale era stata attivata nel 2020 con la pandemia del Covid e lo stop è stato poi rinnovato fino a fine 2023. Tornato in vigore il Patto con il 2024, è nel frattempo stato raggiunto l'accordo sulla riforma e il quadro normativo è cambiato. Nelle nuove regole, la clausola generale di salvaguardia può essere attivata per una "grave recessione", "quindi legalmente l'uso non sarebbe proprio appropriato", affermano fonti a Bruxelles con una approfondita conoscenza della materia, interpellate dopo che la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato che proporrà "di attivare la clausola di salvaguardia per gli investimenti nella difesa".
"Sarebbe quasi meglio se ogni paese richiedesse la clausola di salvaguardia nazionale - proseguono -, in tal modo potrebbe aumentare la spesa nella difesa al ritmo desiderato (con il nuovo Patto sono fissati dei paletti alla crescita della spesa pubblica). "Legalmente la clausola di salvaguardia nazionale parla anche di circostanze eccezionali", spiega infatti.
Dopo la riforma del Patto il passaggio sulla 'clausola nazionale' è nuovo, mentre l'uso della 'clausola generale è più codificato di prima: la Commissione la propone e il Consiglio la approva a maggioranza qualificata rafforzata entro quattro settimane. Può essere attivata solo per un anno ma è estendibile.
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