Il rischio cardiovascolare legato
alla sindrome infiammatoria da Covid o nell'ambito del Long
Covid è "raro e minoritario", anche se è molto più importante di
quello causato da effetti collaterali del vaccino, di cui si
parla molto di più. La miocardite come conseguenza
dell'immunizzazione è osservata in "circa 4 per 100mila
vaccinati" rispetto ai circa "11 per 100mila" malati di Covid
che ne sono affetti. Lo ha detto Gianfranco Sinagra, direttore
Dip. Cardiotoracovascolare della Scuola di Specializzazione in
Malattie dell'Apparato Cardiovascolare dell'Asugi a margine del
convegno "Novità su scompenso cardiaco e cardiomiopatie" a
Trieste.
E' necessaria una revisione delle norme della privacy in
campo sanitario per "aiutare le persone" con la medicina di
iniziativa. Ne è convinto Andrea Di Lenarda, direttore della
cardiologia dell'Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano
Isontina (Asugi), il quale lancia un appello perché queste siano
opportunamente riviste. Lo ha detto all'ANSA a margine del
convegno nazionale di cardiologia in corso a Trieste.
Con i database regionali, infatti, i medici rilevano che "una
quota di pazienti non viene curata, non esiste per il sistema
sanitario" ma, siccome i dati sono anonimi, non è possibile
"sapere chi sono" e dunque "chiamarli in visita". Superare
questo ostacolo sarebbe "importante a livello di popolazione per
realizzare una medicina di iniziativa", che sarebbe "a costo
zero" e permetterebbe di raggiungere pazienti molto più
bisognosi di cure di quelli che in effetti arrivano in
ambulatorio. "Abbiamo tanti pazienti che ci vengono mandati in
visita per ipertensione lieve e hanno solo ansia; poi ci sono
queste persone che sappiamo stare molto male ma non possiamo
visitarle o saperne l'identità", spiega. "Un sistema sanitario
etico sarebbe strutturato in un altro modo", aggiunge. Si tratta
inoltre di un fenomeno che colpisce le fasce di popolazione più
deboli da un punto di vista socioeconomico
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