La situazione legata
all'accoglienza dei migranti a Trieste si sta aggravando perché
"non vengono né effettuati trasferimenti verso il resto del
territorio nazionale né vengono aperte, in emergenza, strutture
di prima accoglienza anche temporanee. I richiedenti asilo sono
dunque intenzionalmente abbandonati in strada, creando
gravissimi problemi umanitari e di gestione dell'ordine
pubblico". A lanciare l'allarme è il Consorzio italiano di
Solidarietà (Ics), ufficio rifugiati di Trieste. In un
comunicato l'Ics fa riferimento al Silos, edificio storico
vincolato dove si sono accampati almeno 150 migranti. "Il
prefetto Signoriello ha parlato di una condizione di illegalità
cui va posta fine anche ipotizzando lo sgombero della struttura"
ma per l'Ics "non è quindi possibile attuare il paventato
sgombero del Silos senza dare contestuale risposta
all'accoglienza dei richiedenti asilo".
Nel comunicato l'Ics ricorda anche come il prefetto
Signoriello abbia "affermato che a Trieste le possibilità di
accoglienza sarebbero esaurite nonostante invece il numero di
posti di prima accoglienza risulti chiaramente sottodimensionato
per le necessità di un'area di ingresso come Trieste, dall'altro
abbia ribadito che il sistema nazionale di accoglienza sarebbe
saturo, invitando quindi i richiedenti asilo abbandonati in
strada a disperdersi altrove in Italia. Ciò equivale ad
affermare che la legge è, e continuerà, ad essere pacificamente
violata. Si tratta di affermazioni irricevibili - conclude
l'Ics - da chi avrebbe proprio il compito di fare rispettare la
legalità attraverso la tempestiva collocazione, anche
temporanea, dei richiedenti asilo e la loro redistribuzione nel
resto del territorio nazionale nel minor tempo possibile".
Sul tema dei migranti è intervenuto anche il governatore del
Fvg, Massimiliano Fedriga. "L'hotspot - ha detto - è una
soluzione per alleggerire le presenze migratorie in Friuli
Venezia Giulia, ma la localizzazione spetta al commissario e
alle prefetture". Per il Fedriga la struttura "non è un grande
centro dove
le persone si fermano per mesi, se non per anni, ma viceversa è
una struttura di passaggio per velocizzare l'allontanamento dei
migranti dalla regione stessa". Un hotspot "dove chi è entrato
irregolarmente arriva, sta sette giorni e poi viene spostato in
altre parti d'Italia. Senza questo - ha concluso Fedriga -
essendo il Friuli Venezia Giulia una regione di confine, gli
arrivi, invece, se li dovrebbero tenere il Friuli Venezia Giulia
e i comuni della Regione."
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