"Nova Gorica e Gorizia non sono
semplicemente una capitale transfrontaliera tra due qualsiasi
Paesi europei, ma sono una realtà che può esserci semplicemente
perché esiste l'Europa come è stata pensata a partire dalle
macerie della seconda guerra mondiale. Se non ci fosse l'Europa,
saremmo ancora divisi da una rete, avremmo ancora paura a
passare di qua e di là del confine, saremmo ancora bloccati da
timori e rancori". Lo ha detto questa sera l'arcivescovo di
Gorizia, Carlo Roberto Maria Redaelli, durante un incontro con
il direttore di Avvenire, Marco Girardo, per presentare il
programma delle chiese di Koper e Gorizia in occasione di
Go!2025.
"Le nostre proposte - ha spiegato l'arcivescovo - non sono
alternative a quelle programmate. Vogliono inserirsi in un
cammino comune" richiamando "alcuni aspetti forse non
sufficientemente valorizzati", come "il fattore religioso, così
determinante per la storia del nostro territorio di qua e di là
del confine, e le tematiche di carattere valoriale che stanno
alla base dell'Europa".
Per l'occasione sono stati anche presentati i primi tre
volumi di una collana editoriale che verrà messa a disposizione
anche di quanti visiteranno la città, per aiutarli a comprendere
come sia stato per Gorizia e Nova Gorica vivere insieme questa
esperienza, superando le divisioni del passato.
"Un'attenzione particolare è data dai cammini che possono far
conoscere da vicino il nostro territorio e il suo significato
religioso e umano - ha concluso Redaelli -: come il cammino
transfrontaliero da Aquileia a Sveta Gora/Monte Santo e il
percorso tra i luoghi della carità".
Per quanto riguarda l'accoglienza, all'interno di Go!2025, ma
anche nell'anno giubilare, diverse realtà diocesane hanno
allestito spazi dedicati, soprattutto per giovani e ragazzi che
avranno l'opportunità di scoprire Gorizia e Nova Gorica.
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