Tra i miti sugli sci di Marco
Degli Uomini, il diciottenne morto per una caduta su una pista
del monte Zoncolan, c'era Kristian Ghedina, oggi allenatore, che
rivolge "un pensiero colmo d'affetto alla famiglia" di Marco. Lo
riporta il quotidiano Messaggero Veneto oggi in edicola.
Per Ghedina quella dello Zoncolan è "stata una disgrazia, non
necessariamente legata all'imperizia dello sciatore. Sono
incidenti che capitano e che, anche se non vorremmo, capiteranno
ancora sulle piste". Il campione sottolinea però al MV che "sul
tema della prevenzione è stato fatto tanto" ma "azzerare il
rischio, in una disciplina come lo sci, è praticamente
impossibile: dovremmo restare chiusi sotto una campana di vetro,
considerato che gli incidenti sono dietro l'angolo in ogni
sport". "Impossibile" però per Ghedina "pensare di dotare tutte
le piste di reti elastiche: rispetto anche al recente passato la
sicurezza sui tracciati è cresciuta moltissimo e così la
consapevolezza da parte di chi frequenta i poli sciistici". Ma
l'ex campione lancia anche un monito: "Le condizioni delle
piste, assieme all'attrezzatura sempre più performante, possono
invogliare a correre". Dunque occorre rispettare le regole:
"Anzitutto il casco", ormai "lo indossa il 90 per cento di chi
scende in pista. Ma va allacciato bene: senza assicurarlo al
mento, si rende di fatto inutile". Secondo, "la preparazione: ci
sono persone che inforcano gli sci una volta l'anno per una
settimana. Non si può pretendere da se stessi prestazioni e
riflessi da professionisti". Infine, la tenuta del materiale,
"va preparato con la dovuta cura, tenendo conto delle condizioni
che si trovano in pista". Oltre, ovviamente alle scontate norme
come "rispettare i limiti sulle piste e rispettare gli altri
sciatori. Se si vuole 'tirare' il consiglio è di andare sulle
piste la mattina presto, prima degli orari di massima affluenza,
ovvero tra le dieci e mezzogiorno".
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