Dopo il tutto esaurito del Rigoletto di Verdi diretto da Daniele Gatti, è il maestro Stefano Montanari a salire, il 22 luglio, sul podio del Teatro dell'Opera di Roma al Circo Massimo per il secondo titolo della stagione estiva: Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, eseguito in forma di concerto con Montanari alla guida dell'Orchestra dell'Opera di Roma e al clavicembalo.
E con un pubblico d'eccezione alla prima, con 400 posti riservati per il personale sanitario in prima linea contro l'epidemia (sette repliche fino al 13 agosto).
Protagonisti, sul progetto visivo a cura di Gianluigi
Toccafondo, il barbiere con la voce di Davide Luciano, mentre
Giorgio Misseri è il Conte d'Almaviva, Chiara Amarù e Miriam
Albano si alterneranno nel ruolo di Rosina. E poi ancora, Marco
Filippo Romano (Don Bartolo), Nicola Ulivieri (Don Basilio),
Francesca Benitez (Berta) e Alessandro Della Morte (Fiorello),
giovane talento dalla Fabbric - Young Artist Program dell'Opera
di Roma. Per Montanari, bis con la Vedova allegra di Franz
Lehar, dal 31 luglio.
"Noi italiani siamo poco abituati ad ascoltare le opere in
versione concerto. All'estero capita più spesso. Qui, se manca
la scenografia, andiamo un po' in ansia", sorride il maestro,
classe 1969, violinista e motociclista, nominato ai Grammy
Awards per O Solitude con Andreas Scholl ed esperto di musica
barocca, dalla Civica scuola di musica Abbado conteso dai teatri
di tutto il mondo. "Il vero problema - dice - è per i cantanti,
che per le nuove disposizioni devono rimanere distanti, uscire
separati. Anche le prove in teatro al chiuso sono difficilissime
con il coro sparso nella balconata. Penso all'autunno, quando
non si potrà andare in scena all'aperto. Ma, come ripeto ai miei
colleghi musicisti, dobbiamo abituarci. Io abito a Nembro, nella
zona più colpita dal virus. Mai avrei pensato saremmo potuti
ripartire così presto".
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