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Omicidio Cella: fratello Cecere, lei potrebbe avere ucciso

Omicidio Cella: fratello Cecere, lei potrebbe avere ucciso

'Se viene contraddetta diventa di una cattiveria impressionante'

GENOVA, 15 aprile 2025, 17:53

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Mia sorella può avere ucciso. Se viene contraddetta diventa di una cattiveria impressionante. Se Nada quel giorno le ha risposto male magari ha cominciato a colpirla". Così Maurizio, il fratello minore di Annalucia Cecere, la donna sospettata di avere ucciso per un raptus di gelosia la segretaria Nada Cella il 6 maggio 1996 a Chiavari, a margine del dibattimento conversando con i giornalisti. L'uomo è stato sentito in aula nel processo che vede imputati la donna ma anche Marco Soracco, il commercialista datore di lavoro di Nada, accusato di favoreggiamento e false dichiarazioni al pm. In aula ha spiegato che, dopo avere saputo che le indagini erano state riaperte e la sorella era coinvolta, ha iniziato a farle domande. "Mi ha detto che non era stata lei a ucciderla. Lei non voleva parlare al telefono mi diceva che poteva essere intercettata e mi chiamava con telefoni non suoi. E' sempre stata una donna irascibile, che si arrabbiava se la contraddicevi. Se ha sbagliato deve pagare".
    Prima di lui è stato sentito un ex fidanzato, Adelmo Roda.
    "Era possessiva e gelosa - ha spiegato in aula - quando si arrabbiava era impossibile farla ragionare. Era esplosiva a livello di parole. Mia madre disse che dovevo lasciarla perché aveva un figlio. Ho continuato a vederla quando ci lasciammo, ci vedevamo alla Dolce Vita a ballare. Io andavo con la mia comitiva, lei con la sua. L'ho vista anche con Soracco. Quando sono state riaperte le indagini mi cercò: continuava a farmi domande sulla nostra relazione, continuava a dire che era finita dopo l'omicidio di Nada, ma in realtà era finita prima. Per quanto riguarda i bottoni sapevo che li aveva tolti dalla mia giacca perché le piacevano. Ma io quella giacca l'avevo ripresa quando era finita la nostra storia, quindi prima dell'omicidio".
    Sempre sui bottoni è stato sentito un collezionista ed ex produttore, Stefano Cannara che ha confermato che il bottone trovato sotto il corpo della segretaria era compatibile con quelli trovati a casa della Cecere pochi giorni dopo il delitto.
    Ma che erano anche molto diffusi.
   

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