Riparte dai giovani dell'Accademia
la stagione lirica della Scala dopo lo stop per le vacanze
estive. Sono infatti loro i protagonisti di Il matrimonio
segreto, opera di Domenico Cimarosa nel nuovo allestimento di
Irina Brook, in programma al teatro milanese dal 5 settembre.
La regista - che alla Scala ha già firmato il trittico di
Kurt Weil diretto da Riccardo Chailly nel 2019 - ha a lungo
lavorato con i cantanti, partendo da un workshop lo scorso
giugno. Un momento di sola lettura e improvvisazione che l'ha
aiutata a trovare il contorno giusto per questa vicenda
complessa tipica dell'opera buffa.
"Mi sembrava una storia generica e caricaturale ma, vedendo
i ragazzi seduti a un tavolo che la leggevano, ho capito. E' la
storia della famiglia di un padre circondato da femmine urlanti
e ormonali" racconta, un po' "come le donne folli ed eccentriche
di Almodovar". Una storia che potrebbe avvenire anche oggi. Ed
ecco allora un abbigliamento fra jeans e trolley, qualche
(immancabile) selfie.
Nulla di male nella messa in scena moderna, "anzi. purché -
aggiunge il direttore Ottavio Dantone , specialista di musica
del '700 - si rispettino i paralleli retorici" come in questo
caso. "Da filologo non mi scandalizzo. Ma la musica resta
quella", aggiunge. E la musica resta attuale, osserva, come sono
attuali capolavori dell'arte, come la Gioconda. Quella di
Cimarosa "è l'anello di congiunzione fra Mozart e Rossini. Si
sente moltissimo Mozart e anche il futuro che sta per arrivare".
Per Dantone si tratta della seconda esperienza con
l'Accademia, dopo quella nel 2007 con Così fan tutte. Rispetto
al passato, dice, i ragazzi ascoltano più esecuzioni di musica
antica, anche fatte con gli strumenti originali (non è questo il
caso), ma comunque è stato necessario spiegare loro le
differenze nell'esecuzione. Ne è uscita un'opera giovane:
giovani sono i personaggi (a parte il padre Geronimo), giovani
gli interpreti e anche i musicisti dell'orchestra, che come sono
prevalentemente donne. "Tutti i 18 violini sono donne, tutte le
viole tranne una. Sono anche io come Geronimo" scherza Dantone.
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