L'eliminazione della cedibilità e
della frazionabilità del credito di imposta, deciso dal governo
Draghi, mette a rischio circa un milione di posti di lavoro nel
solo settore dell'edilizia dove potrebbe determinarsi un
miliardo di costo solo per la Naspi, la disoccupazione, e
altrettanto per i contributi mancati.
E' quanto emerso, fra l'altro, in un convegno sul tema
"Diritti degli Stati ad utilizzare i crediti fiscali quale
strumento di politica economica" al Palazzo delle Stelline di
Milano.
Problemi analoghi sono stati sottolineati anche
nell'efficientamento energetico, richiesto dall'Unione Europea e
che potrebbe costare anche 50-60 mila euro per ogni proprietario
di casa "cosa impossibile senza l'accesso al credito", e per il
recupero di aree industriali dismesse.
All'incontro hanno preso parte, fra gli altri, gli ingegneri
Alfonso Scarano, analista finanziario indipendente ("il credito
fiscale ha determinato chiaramente l'aumento del Pil e
dell'extragettito fiscale"), e Domenico Passarella, vice
presidente dell'Associazione Esodati 110, e l'europarlamentare
Angelo Ciocca che il prossimo 1 giugno a Bruxelles sarà
"portavoce delle istanze dell'associazione, così come dei tanti
imprenditori, singoli cittadini e lavoratori". "Proporremo - ha
detto - un manifesto condiviso d'intenti che dal Parlamento
europeo arriverà anche in Commissione europea attraverso una mia
interrogazione". "Al momento - ha aggiunto - i privati cittadini
non possono permettersi di sostenere da soli i lavori di
ristrutturazione richiesti, calcolati in 400 miliardi di euro in
dieci anni. Non è immaginabile una situazione in cui i
proprietari privati o le aziende debbano pagare di tasca propria
tutti i lavori oltre a tutti i sacrifici che stanno già
affrontando in seguito all'aumento dell'inflazione e del rincaro
dei prezzi".
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