"Abbiamo già avviato nelle scorse settimane un approfondimento riguardo l'uso di denominazioni generiche come 'oliva all'ascolana' in relazione alla Dop Oliva Ascolana del Piceno. Un approfondimento in collaborazione con Cufa e Icqrf che ha l'obiettivo di garantire il rispetto della normativa vigente e la tutela dei consumatori, nonché di fornire eventuali chiarimenti utili agli operatori del settore". Questa la risposta del Governo all'interrogazione dell'on Mirco Carloni illustrata stamani in sede di commissione per le imprese e l'agricoltura della Camera dei Deputati, di cui Carloni è presidente.
La questione era stata sollevata da Ascoli Piceno dal Consorzio di Tutela dell'Oliva Tenera Ascolana dop, l'unica dop in Italia che protegge sia il frutto che il prodotto finito; segnalava un uso improprio della denominazione 'oliva ascolana', soprattutto nei prodotti in vendita presso la grande distribuzione, come per altro acclarato in diversi casi anche da accertamenti svolti dai carabinieri forestali e ispettorato repressione frodi.
Il governo sta riesaminando l'orientamento del 2007 sulla legittimità di tali denominazioni, alla luce di sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea. Si mira a proteggere la Dop e garantire il rispetto delle normative, considerando che le denominazioni generiche erano in uso prima del riconoscimento della Dop.
"L'oliva ascolana è un prodotto che ha una forte attrattività di mercato perché probabilmente è una delle parole più conosciute nella gastronomia italiana nel mondo - ha replicato l'on. Carloni dichiarandosi soddisfatto della risposta del Governo - Queste parole, associate alla ricetta e associate alla tipologia di olive utilizzate, devono ottenere maggiore protezione - ha aggiunto il presidente della commissione - proprio perché c'è un'aspettativa molto forte del sistema agricolo che da questa protezione tra un forte vantaggio e un maggiore valore aggiunto".
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