Un'assemblea gremita con i magistrati arrivati da tutti i tribunali delle Marche ma pochi gli avvocati presenti. Lo sciopero indetto dall'Anm, associazione nazionale magistrati, ha visto un'alta partecipazione oggi al tribunale di Ancona dove si è tenuta poi un'assemblea aperta a tutta la cittadinanza. Giudici e pubblici ministeri si sono presentati con la toga e una spilla tricolore della Costituzione Italiana al petto. Le udienze monocratiche non hanno subito intoppi, almeno ad Ancona, rinviate quelle del collegio. Anche i magistrati che hanno tenuto udienza hanno aderito allo sciopero informando, con un foglio fuori dalle aule, il loro appoggio all'astensione pur dovendo celebrare processi con imputati detenuti o sottoposti a misure cautelari e quindi con carattere d'urgenza non sottoponibili a rinvii.
"Il nostro intento era ed è quello di richiamare l'attenzione di tutti - ha spiegato Umberto Monti, presidente Anm Marche e procuratore di Ascoli Piceno - di poterci confrontare sulla riforma e sui rischi che rappresenta. Questa riforma non apporta nessun beneficio al sistema giustizia, né in termini di efficienza né di rapidità dei processi. Allo stesso tempo apporta una serie di modifiche che isolano il pubblico ministero e lo fanno andare in prospettiva sotto le dipendenze dell'esecutivo. Non si capisce quale sia l'urgenza di questa riforma. Al referendum di tre anni fa era andato a votare solo il 21% degli italiani. Una cosa che non interessava. Si dice lo vuole l'Europa ma non è vero, la separazione delle carriere non c'è in Francia, non c'è in Germania. Si dice bisogna garantire la terzietà del giudice ma è un'affermazione che non c'entra perché la terzietà del giudice di fronte alle parti si può modificare regolando i poteri nel processo".
Monti ha sottolineato come "non c'entra nulla il fatto che apparteniamo ad uno stesso ordine e lo dimostra la percentuale delle assoluzioni nei processi, i giudici non sono minimamente succubi, non c'è bisogno di separare le carriere". Invitato all'assemblea il presidente dell'ordine degli avvocati di Ancona Gianni Marasca che ha partecipato con un suo intervento osservando come "la separazione delle carriere è una riforma tecnica pensata per attuare il principio accusatorio del nuovo processo penale, negli anni però è diventata terreno di scontro politico tra magistratura associata e maggioranza di governo e viene evocata ogni volta che non si condividono le decisioni giudiziali. L'avvocatura non fa politica ma intende riaffermare il proprio ruolo di difesa e di rappresentanza dei diritti dei cittadini nel processo orientato all'accertamento dei fatti davanti a un giudice imparziale nella sostanza prima ancora che nella forma".
Tra gli avvocati presenti all'assemblea c'era anche Marina Magistrelli, ex senatrice, che a margine ha commentato: "Non è giusto delegittimare la Magistratura ma sono favorevole ad una maggiore separazione dei ruoli. Il pm non è terzo, è parte, è di fatto la pubblica accusa, nei processi lo vediamo ogni giorno.
Se la metà dei processi si conclude con una assoluzione è perché i pm chiedono il processo anche senza prove o con prove incerte.
L'assoluzione, alla fine del processo è sofferenza e danno per chi è stato imputato per anni.Le carriere separate possono essere una soluzione purché resti un unico Csm e purché le Procure restino indipendenti dal potere esecutivo. La Magistratura deve essere autonoma e indipendente dal potere politico o saranno guai grossi per tutti".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA