Il manoscritto dell'Infinito di Leopardi è stato ritirato dall'asta presso Minerva Auctions a Roma. Lo ha reso noto l'assessore regionale alla Cultura delle Marche Pietro Marcolini. Non si sa se il documento autografo - ritrovato tra le carte di una collezione privata - non abbia trovato acquirenti (150 mila euro la base d'asta) anche a causa dei dubbi sulla sua autenticità. Se venisse confermata la mano di Leopardi, sarebbe il terzo manoscritto, dopo quelli conservati a Napoli e a Visso (a cui è identico), del più celebre Idillio della poesia italiana. Secondo l'assessore comunque in questo modo "si è guadagnato tempo che permetterà un'analisi ampia e approfondita, coinvolgendo tutto il mondo accademico e scientifico, per accertare l'autenticità. Solo in quel caso - sottolinea -, potremmo muoverci con una eventuale manifestazione di interesse all'acquisto. Ma intanto come Regione Marche - spiega - era nostro dovere attivarci per evitare che un autografo anche solo potenzialmente autentico finisse in mani private dato che Leopardi è un elemento identitario della nostra comunità". Il manoscritto era stato rinvenuto dal direttore degli Istituti culturali del Comune di Cingoli Luca Pernici fra le carte di una collezione privata, proveniente dall'archivio disperso dei conti Servanzi Collio di San Severino Marche. E' accompagnato da uno studio di prossima pubblicazione della prof. Laura Melosi, docente della cattedra Leopardi presso l'Università di Macerata, l'esame grafico è stato compiuto da Marcello Andria, per molti anni conservatore delle Carte Leopardi della Biblioteca Nazionale di Napoli.
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